Salute, vietare pc e tablet ai bambini? Arriva un libro-bussola per i genitori

17 Feb 2018 13:30 - di Redazione

I giochi sul tablet sono il peggiore intrattenimento per i nostri figli? No, basta scegliere quelli giusti. Vietare internet ai bambini? È una battaglia senza senso, meglio educare i più piccoli a sfruttarne le potenzialità e a evitarne i rischi. La tecnologia è un danno per l’apprendimento? Al contrario, se usata correttamente può diventare una grande risorsa. Questi appena letti sono solo una parte dei consigli contenuti nel “Manuale per un uso consapevole da 0 a 11 anni” (ed. Spaggiari Junior), scritto per «educare i nativi digitali», dal primo anno di età, a gestire le tecnologie senza danni per la loro piccola mente. Il libro sarà presentato lunedì prossimo a Correggio, nel Reggiano, dalla curatrice Sabrina Bonaccini, e dalla documentarista Lorella Zanardo.

Un manuale per educare i nativi digitali

Oggi i bambini, sin da piccolissimi, sono immersi in un mondo di immagini mediate da uno schermo – soprattutto smartphone e tablet – in modo invasivo: secondo l’Istituto di Neuroscienze del Cnr è possibile che in futuro, accanto ai centri del linguaggio, che hanno la loro sede nell’emisfero sinistro del cervello (per i destrimani), si sviluppino centri per il linguaggio digitale. L’Italia, però, risulta ancora indietro rispetto all’alfabetizzazione ai media, mentre la necessità di tutelare la crescita dei bambini di fronte ai contenuti mediatici è un tema non più rinviabile. Il nuovo volume fissa obiettivi da raggiungere per una corretta ‘dieta mediatica’ per i bambini.

Destinato ai bambini da 0 a 11 anni

La prima riguarda la promozione – bambini, insegnanti e genitori – della consapevolezza e dell’abilità nel guardare e comprendere le immagini che arrivano dall’esterno, imparare a riconoscere la distinzione tra finzione e realtà, l’attivazione di azioni di denuncia nei confronti di immagini che si ritengono dannose, discriminanti o lesive della dignità. La seconda è volta alla promozione della capacità di gestire la propria immagine comprendendone il valore, le implicazioni e le conseguenze nel tempo della presenza delle nostre immagini e dei comportamenti che vi sono collegati, in modo da sapersi tutelare nel rispetto di sé e degli altri. Infine, la terza è relativa al piano creativo: promuovere le abilità e le conoscenze per imparare a “fare media“, cioè ideare, progettare e realizzare messaggi e contenuti da promuovere nella “mediasfera“.

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