Romeo e Giulietta gay: a Verona è polemica sullo slogan “Sposa chi vuoi”

5 Feb 2018 16:36 - di Redazione

Romeo e Giulietta gay? No, grazie. L’inno alle nozze omosessuali “Sposa chi vuoi”, in occasione della fiera Verona Sposi, è stato bocciato dal Comune di Verona. A firmare il “no, grazie”, l’assessore alla Trasparenza, Edi Maria Neri. Con una lettera alla wedding planner Silvia Cassini ha invitato a rimuovere in uno stand della fiera scaligera, immagini e slogan allusivi verso i matrimoni omosessuali. A cominciare, appunto, dall’hastag, “Sposa chi vuoi”. Dietro la cortesia dell’invito, la fermezza dell’imposizione. “Assurdo”, aveva commentato la stessa titolare dello stand, il giorno dell’inagurazione. «Ma a casa propria ognuno prende chi vuole. Questo slogan non è passato perché il riferimento era il contrario della famiglia tradizionale: il target, l’ideologia a cui si rifà questa Amministrazione», ha tagliato corto l’assessore della giunta di centrodestra.

A Verona la giunta di centrodestra ribadisce: il matrimonio è solo tra uomo e donna

Ancora più esplicita la posizione del capogruppo leghista, Vito Comencini: «Il messaggio dello stand “Sposa chi vuoi” è già aberrante nel titolo. In sostanza racchiude un significato anarchico e amorale del matrimonio: se uno amasse il suo cane e volesse sposarlo, perché allora non potrebbe farlo? In Italia il matrimonio, che piaccia o no, è l’unione tra uomo e donna e tale deve restare. Occorre, invece, che lo Stato pensi alla tutela e a un aiuto alle famiglie». Insomma, «le trovate di marketing non possono affossare i valori – ha sottolineato l’esponente del Carroccio -. Bene ha fatto l’assessore Neri a frenare l’allestimento di stand palesemente contrari alla famiglia tradizionale, che rischiava di trasformarsi in propaganda relativista a favore di altre unioni che nulla c’entrano con la famiglia composta da mamma e papà». E mentre il Pd e l’intero centrosinistra protestano, l’associazione gay Pink, tira scomoda Romeo e Giulietta: «Verona è sempre meno città dell’amore e sempre più patria dei diritti negati – afferma una dichiarazione -. Giulietta e Romeo si stanno rivoltando nelle loro tombe, ammesso che siano esistiti, perché in queste ore Verona ha tradito la sua missione di città dell’amore».

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • leila 6 Febbraio 2018

    che bravo sto assessore