Prof picchiato dai genitori e punito dalla scuola: solidarietà dalla Regione Veneto

21 Feb 2018 16:22 - di Redazione

Il danno e la beffa: prima gli schiaffi dai genitori dell’alunno che si era permesso di redarguire, poi il provvedimento disciplinare comminatogli dalla scuola. La storia del professr Giuseppe Falsone, insegnante di matematica alla scuola media Casteller di Paese in provincia di Treviso, è emblematica del clima che si respira nella cosiddetta “buona scuola” di Matteo Renzi prima e di Paolo Gentiloni e Valeria Fedeli oggi.  Un prof di trincea che prova a fare il suo dovere e viene anche redarguito dalle istituzioni scolatiche, come denuncia egli stesso in una missiva ripresa dai giornali veneti in cui denuncia di aver ripreso uno studente in classe, di essere stato aggredito dai suoi genitori e di essere stato oggetto di un procedimento disciplinare, come spiegato in questo articolo.

Una vicenda sulla quale l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, ha preso posizione: «Egregio professore Falsone, desidero esprimerle la mia vicinanza e solidarietà. Oggigiorno è sempre più difficile essere un insegnante, sottoposti come siete a mille condizionamenti formali, burocratici, impegnati a dover fare i conti con famiglie sempre più fragili o invadenti. Quello che le è capitato, tuttavia trascende ogni limite e ogni possibile giustificazione e per questo, senza nessuna volontà di approfondire un fatto che non meriterebbe alcun approfondimento perché oggettivamente da condannare, le voglio rappresentare la vicinanza mia e della Regione del Veneto, di cui sono assessore all’Istruzione». è scritto nella letterache la Donazzan ha inviato al professor Giuseppe Falsone. «Capisco la sua amarezza -prosegue – non solo per l’atto lesivo di cui è stato vittima, più duro da accettare sotto l’aspetto della umiliazione morale che del dolore fisico, ma soprattutto per essere ora sottoposto a verifiche interne alla scuola. Lei, giustamente, si sarebbe aspettato una presa di posizione e di solidarietà nei suoi confronti ‘senza se e senza ma’, anche perché lo studente i cui genitori si sono permessi di aggredirla fisicamente, appare un soggetto il cui normale comportamento risulta essere al di fuori delle regole della scuola. Dobbiamo tornare a dare forza e autorevolezza agli insegnanti e alla scuola, in una società le cui agenzie educative, in primis la famiglia, stanno mostrando debolezza, limiti, inadeguatezza nei confronti di una mondo sempre più aggressivo, relativista e disordinato – è l’appello dell’assessore – Dobbiamo rimettere in ordine i principi, a partire dai doveri, dal rispetto delle regole e dei ruoli. Dobbiamo ripristinare i ruoli sociali, perché altrimenti chi sta fuori dalle regole imporrà le proprie a forza di atti di violenza come accaduto a lei, a troppi altri colleghi o, ieri, a quell’anziano in provincia di Pistoia ieri».

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