“Lucertole usate per spiare i nostri siti nucleari”. Teheran svela il piano degli 007 occidentali

13 Feb 2018 19:11 - di Redazione

James Bond non era mai arrivato a tanto: utilizzare rettili per le sue missioni impossibili. Invece 007 occidentali si sarebbero avvalsi dell’aiuto di lucertole e camaleonti per spiare il programma nucleare iraniano. A svelare la curiosa spy story è stato l’ex capo di Stato Maggiore della Repubblica islamica, Hassan Firouzabadi, oggi consigliere militare della Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Rispondendo a una domanda dell’agenzia di stampa semiufficiale Ilna, vicina ai riformisti, sugli arresti di alcuni ambientalisti avvenuti di recente in Iran, il generale ha spiegato di non conoscere i dettagli dei singoli casi, ma ha rivelato che l’Occidente spesso ha utilizzato turisti, scienziati e ambientalisti per spiare la Repubblica islamica. «Diversi anni fa alcuni individui vennero in Iran per raccogliere fondi per la Palestina, ma eravamo sospettosi per l’itinerario che avevano scelto», ha dichiarato Firouzabadi.

Le spie occidentali viaggiavano con lucertole e camaleonti

«Abbiamo trovato in loro possesso una varietà di specie di rettili del deserto come lucertole e camaleonti. Abbiamo scoperto che la pelle di questi animali attrae le onde atomiche e che (queste persone, ndr) erano spie che cercavano di localizzare miniere di uranio e attività nucleari dell’Iran», ha proseguito. Gli 007 occidentali «hanno fallito ogni volta», ha aggiunto il consigliere di Khamenei, ricordando anche un altro episodio che ha visto coinvolta una coppia tedesca. «Li avevano messi su un peschereccio partito da Dubai e inviati nel Golfo Persico per identificare i nostri sistemi di difesa – ha concluso – Ma quando li abbiamo arrestati, hanno risposto che erano turisti venuti a pescare». Le domande dell’Ilna sugli ambientalisti arrestati nascono dalla morte in circostanze sospette in carcere di Kavous Seyed Emami, accademico e ambientalista che, secondo le autorità iraniane, si sarebbe suicidato dopo aver confessato i suoi “crimini”. I suoi familiari, tuttavia, non credono alla versione ufficiale.

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