Grosseto dice no alla mozione antifascista. E la sinistra si sdegna

14 Feb 2018 18:05 - di Viola Longo

È stata bocciata a Grosseto la mozione antifascista che vorrebbe consentire l’uso degli spazi pubblici solo a chi la sottoscrive. Presentata dal Pd, la mozione ha ottenuto solo 5 voti a favore, mentre i contrari sono stati 20 e gli astenuti 2. Un esito che ha provocato decisi mal di pancia a sinistra, dove c’è stato chi ha gridato allo «schiaffo» alla democrazia e alla libertà, senza tenere conto degli episodi degli ultimi giorni in cui mozioni di quel genere già adottate da altri Comuni sono state utilizzate in realtà a fini politico-elettorali. Un caso su tutti: Pontedera, dove il sindaco Pd ha trovato un pretesto per vietare la piazza a Fratelli d’Italia.

Grosseto fa venire mal di pancia alla sinistra

«Anche chi si dichiara apertamente fascista e razzista potrà continuare a vedersi concedere spazi pubblici. Accade a Grosseto, in Toscana, in una terra dove è stata sempre alta la bandiera antifascista e che invece oggi viene insultata da una maggioranza di centrodestra che ha respinto una mozione sui valori dell’antifascismo e della convivenza civile», ha lamentato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Riccardo Nencini, candidato nel collegio uninominale del Senato di Arezzo e Siena per il centrosinistra. Nencini ha fatto appello a tutta la retorica antifascista sfoderata da Pd e sinistra nelle ultime settimane. A sua volta, inoltre, ha evocato un presunto allarme fascismo, senza fare alcun accenno alle aggressioni antifasciste che, dagli agenti delle forze dell’ordine alla leader di FdI Giorgia Meloni, non hanno risparmiato nessuno che venisse identificato come nemico.

La mozione antifascista strappata in aula

«Gli italiani si sono liberati del fascismo oltre 70 anni fa ma oggi, vedi il tiro al bersaglio di Macerata, continuano gli atti squadristi camuffati», ha sostenuto Nencini, secondo il quale «è un errore non reagire mettendo in guardia dal pericolo che corre la libertà, è un errore ancor più grave non ascoltare le lezioni della storia». Una lettura che, chiaramente, vale a senso unico e che non considera affatto i mali prodotti dall’antifascismo militante che oggi, come mai negli ultimi decenni, sta mostrando il suo volto più aggressivo. Ma tant’è, secondo Nencini «è necessario un muro di democrazia contro chi attacca la libertà». Muro che si realizzerebbe, a quanto si capisce, chiudendo spazi di agibilità politica e lasciando che alcuni decidano chi ha diritto di parola e chi no, anche tra le forze politiche rappresentate nelle istituzioni. Un discorso che Nencini sembra voler applicare anche allo stesso consiglio comunale di Grosseto, dove la scelta del consigliere di CasaPound Italia, Gino Tornasciulo, di strappare la mozione come gesto rifiuto di certe logiche sarebbe «l’ennesimo schiaffo a quanti hanno combattuto per un Paese libero e democratico».

Commenti

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  • rolando francazi 15 Febbraio 2018

    Oltre a questa dichiarazione di fede, per quale altre capacità e competenze Nencini vorrebbe essere eletto?

  • Carlo Buzzi 15 Febbraio 2018

    Il più grande politico del dopoguerra e stato Giorgio Almirante un vero leader resto tutto niente peccato fini sembrava valido invece niente viva Giorgio Almirante peccat non ce ne sia uno come lui oggi governerebbe quasta Italia di politici scarsi vedi il primo jinistro