Giorno del Ricordo, Roberto Menia: “È l’orgoglio della destra al governo”

5 Feb 2018 9:00 - di Aldo Di Lello

Si avvicina il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, dedicato alla commemorazione del dramma dell’Esodo dei giuliani, degli istriani, dei dalmati dalla loro terra e all’orrore delle Foibe “Per non dimenticare. Giornata del ricordo delle Foibe”  è il titolo dell’incontro che si svolgerà oggi a Roma nei locali e con il patrocinio della Fondazione Alleanza nazionale. L’appuntamento, promosso dalla Fondazione Rivolta Ideale e dal periodico Realtà Nuova, è per le ore 18, nella sala convegni della Fondazione An, in via della Scrofa 39. Tra i relatori ci sarà Roberto Menia, primo firmatario della legge che ha istituito nel 2004 questa importante ricorrenza. A Menia abbiamo rivolto alcune domande sul significato di questa giornata di raccoglimento per tutti gli italiani.

Che cosa rappresenta, per la destra italiana, il Giorno del Ricordo?

Ho avuto il privilegio di essere in Parlamento grazie ad Alleanza nazionale. Sono in tal senso orgoglioso quando mi dicono che uno dei segni  più importanti lasciati da An al governo  è stato proprio la legge che porta il mio nome. E aggiungo: questa è un’eredità comune della destra. E mi piacerebbe un giorno vedere la destra unita come un tempo.

Un bilancio del Giorno del Ricordo a 14 anni della sua istituzione

Anche se ogni tanto riemergono tentativi negazionisti, la verità è ormai consolidata nella coscienza degli italiani. Attraverso l’istituzione di questa giornata,  tanti, soprattutto giovani , hanno scoperto quelle pagine di storia cancellata. Sono pagine che hanno nomi, cognomi, vicende  e responsabilità. Sono state assegnate un migliaio di medaglie ai parenti degli infoibati. Questo è uno degli aspetti meno conosciuti della legge, che io scrissi dando voce a un desiderio che aveva espresso Luigi Papo, una delle figure più belle del’Esodo, un combattente e uno storico. Vale la pena  ricordare che, quando Papo riuscì a fuggire dall’inferno di Borovnica, il campo di concentramento titino, fece voto  che avrebbe dedicato tutta la sua vita a raccontare le storie del martirio italiano. Papo è l’autore dell’Albo d’oro dei caduti giuliani-dalmati che raccoglie 17000 nomi di martiri.

Anche quest’anno si prevedono molte iniziative commemorative? 

Certamente. In tutta Italia si svolgeranno eventi. I rappresentanti delle  comunità istriane, giuliane  e dalmate renderanno la loro testimonianza in tanti luoghi. Io, personalmente, ci tengo a sottolineare che il 10 febbraio terrò una lezione  alla Scuola di formazione della Fondazione An.

Prima dell’istituzione del Giorno del Ricordo, sui libri di scuola non si parlava né di Esodo né di Foibe. Su molti testi, alla voce “foibe”,  c’era scritto solo “cavità carsiche”…

Quella vergogna oggi non è più possibile. Da anni opera  presso il Ministero dell’Istruzione  una commissione di esperti e di testimoni che fornisce le indicazioni  a storici e autori di libri di testo al fine di permettere che la memoria delle Foibe e dell’Esodo sia degnamente raccontata. Ormai quelle pagine di storia sono entrate nella coscienza comune del nostro Paese. Oggi migliaia di persone vengono a visitare la Foiba di Basovizza. Arrivano pullman da tutta Italia. In passato sarebbe stato impensabile. Senza questa legge, un artista come Simone Cristicchi non avrebbe ad esempio scritto Magazzino 18. È una commovente opera teatrale ispirata al luogo in cui gli esuli portavano le loro masserizie. Tutti quegli oggetti sono rimasti lì e una parte del magazzino è visitabile, a testimonianza della sofferenza della nostra gente. Sempre a proposito di Cristicchi, desidero ricordare un episodio significativo: l’artista, romano, mi ha raccontato che quando, da bambino, passava davanti al Villaggio Giuliano-Dalmata,  pensava che “Giuliano Dalmata” fosse il nome di una persona…

C’è qualcosa, sul piano ideale e culturale, ancora da fare?

Sarebbe importante riportare nei luoghi da cui partì la nostra gente le iscrizioni italiane. Anche se non appartengono più allo Stato italiano, parliamo di luoghi in cui la presenza italiana è parte integrante della storia, fin dai tempi di Roma antica e, poi, della Repubblica di Venezia. Potrebbe rappresentare una nuova battaglia per la destra italiana.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Federico Covella 8 Febbraio 2018

    A Cervignano del Friuli, in provincia di Udine, una minuscola piazzetta e’ stata titolata all`Esodo Fiumano, Istriano e Dalmata, la c`e’ pure una minuscola lapide con i versi di un poeta anonimo istriano, tristemente belli. Facciamo si che i nostri bimbi li leggano:

    UN GIORNO, FORSE…..

    Le candele per noi accese,
    si stanno spegnendo, una ad una…..
    La notte giunge ormai, ne ci sara’ piu’ l`alba!

    Un giorno forse si raccontera’ di un popolo
    che per vivere Libero
    ando’ a morir lontano!
    Lontano dal suo mare
    e da una terra rossa che,
    vista dall`alto
    sembra un cuore insanguinato.

  • Italo 6 Febbraio 2018

    Carissimi amici della destra sarebbe opportuno che ognuno di noi facesse dire nelle proprie parrocchie una messa dedicata ai Martiri delle Foibe il giorno 10 prossimo (o meglio l’11 domenica ) per dare una risonanza capillare e più ampia possibile alla circostanza !! E ricordare ai tanti benpensanti, che conoscono solo l’Olocausto e la Shoa, come sia questione di solidarietà nazionale commemorare i propri morti, barbaramente trucidati dalla cieca violenza comunista titina !
    Io farò così !Ritornare ai tempi della militanza !! Così si riunisce la Destra come giustamente propone Menia ! A lui e a tutti gli amici il più sentito ringraziamento di tutti gli Italiani vinti, massacrati e discriminati che finalmente hanno ritrovato voce per ricordare e raccontare…..! Presenti !!

    • paolo mario Pieraccini 6 Febbraio 2018

      Concordo.

  • Fausto 6 Febbraio 2018

    LE SCUOLE PORTANO GLI STUDENTI AD AUSCHTWIZ PERCHE’ NON PORTANO GLI STUDENTI A VISITARE LE FOIBE ILLUSTRANDO LE TORTURE E I MASSACRI COMPIUTI DAI TITINI.

  • sergio la terza 6 Febbraio 2018

    C’è ancora qualcuno che si ricorda dei nostri MORTI e delle nostre traversie.-Però c’è UNO,maiuscolo perché è il Capo dello Stato,che trova occasione per andarsene all’estero.-Presidente,la sua segreteria indaghi anche noi abbiamo donne e uomini degni di sedere al Senato,sono ITALIANI di razza Cattolico-cristiana come Lei.I nostri,anche se in numero inferiore,hanno gli stessi meriti di altri(senza nulla togliere).-

    • Renzo Baldo 6 Febbraio 2018

      Ma Fausto, perchè in questa itaglietta la “squola” è totalmente nelle sporche mani sei komunisti. Loro pertanto lavorano esclusivamente “pro domo loro”.

  • 6 Febbraio 2018

    Buongiorno, giustissimo ricordare ogni innocente massacrato, sotterrato vivo, cancellato dalla faccia della terra, proibito di proseguire la SUA vita, proibito o vietato ai parenti di avere una degna sepoltura e luogo in cui piangere i propri cari. Questi soldati erano stati comandati dal Suo Governo e quindi per la difesa della Patria, perché nasconderli? Mi congratulo con Lei e tutte quelle persone che, con spirito buono, umano, hanno collaborato al fine avere un giorno prestabilito per ricordarLi.