Foibe: “Sgretolato il muro dell’oblìo, ora il dramma sia memoria di tutti”

4 Feb 2018 18:13 - di Redazione

”Come uno stadio da 10-20 mila persone raso al suolo massacrando il pubblico, come se dalla cartina dell’Italia venisse cancellata l’Umbria, come se una città di 300 mila abitanti venisse evacuata e i suoi cittadini costretti alla diaspora”. Così il presidente del Comitato Martiri delle Foibe e della Lega Nazionale di Trieste, Paolo Sardos Albertini, sintetizza il dramma dell’esodo giuliano, istriano e dalmata dalle terre di origine. ”Commemorare quella tragedia è un dovere dopo che l’esodo per decenni è stato rimosso. – afferma ancora Sardos Albertini – Dopo la legge che ha istituito il Giorno del Ricordo finalmente questo oblio ha iniziato a sgretolarsi e ora ci sono le condizioni per fare in modo che questo dramma diventi patrimonio di tutta l’Italia”. ”Si tratta della più grande tragedia dall’Unità d’Italia in poi e non può essere archiviata come una questione puramente locale. – sostiene il presidente – La presenza e il coinvolgimento di molti giovani, provenienti anche da altre regioni, è un fattore estremamente importante per dare il giusto significato nazionale a questa commemorazione”. ”Al di là della manifestazione alla Foiba di Basovizza – conclude Sardos Albertini – è particolarmente significativa la celebrazione alla Foiba di Monrupino, monumento dalla grande forza evocativa. La presenza della ferrovia subito alle spalle della foiba ricorda come i prigionieri venissero uccisi, gettati all’interno della cavità carsica direttamente dai vagoni”.

Le iniziative del ricordo previste a Trieste

Intanto sono previste commemorazioni in tutta Italia, a cominciare da Trieste. Sabato la manifestazione principale alla Foiba di Basovizza ma le manifestazioni per il Giorno del Ricordo si protrarranno fino ai primi giorni di marzo. Trieste sarà naturalmente la città fulcro delle celebrazioni con un calendario di eventi molto nutrito, organizzato dalle associazioni degli esuli in collaborazione con il Comune di Trieste. ”Il Giorno del Ricordo è un appuntamento molto importante per la nostra città e per tutti coloro che hanno vissuto, sulla propria pelle o su quella dei propri genitori o nonni, il dramma dell’esodo da Istria, Fiume e Dalmazia” commenta l’assessore alla cultura del Comune di Trieste, Giorgio Rossi. ”La massiccia partecipazione che negli anni abbiamo registrato alla Foiba di Basovizza e agli altri eventi – sottolinea – è significativa del valore di questa giornata”. Il 10 febbraio, istituito per legge come Giorno del Ricordo, ci sarà per l’appunto la manifestazione principale alla Foiba di Basovizza, preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro alla Foiba di Monrupino. Ma già domani ci saranno alcuni appuntamenti con la proiezione del documentario Le via della Memoria al cinema Ariston e la lettura di poesie dedicate a Fiume all’Associazione delle Comunità istriane. Nel corso della settimana si susseguiranno mostre, dibattiti, conferenze e momenti culturali che proseguiranno anche dopo il 10 febbraio. Da segnalare in particolare, dal 24 al 26 febbraio, il mercatino del Ricordo con quadri, libri e oggetti della cultura giuliano-dalamta (con ricavato in beneficienza) e, a chiudere gli eventi, lo spettacolo Voci dalla foiba con musica e poesie al Magazzino 26. ”L’obiettivo – spiega ancora Rossi – è quello di tramandare un messaggio di speranza e di riconoscenza verso le persone che hanno dato la vita per queste terre, rivolgendoci in particolare verso i più giovani. Per questo abbiamo attivato un progetto per portare a Trieste gli studenti delle scuole di altre regioni”. Oltre che dal Friuli Venezia Giulia, in particolare dal pordenonese, saranno alla manifestazione di Basovizza ragazzi provenienti da Seriate (Bg), Modena, Lecca, Bagnoli Irpino (Av) e Luino (Va) per un totale di circa 500 studenti. Sono state inoltre organizzate manifestazioni, da parte dell’Associazione Giuliani nel mondo, a Londra, Buenos Aires, New York, Sidney, Canberra, Toronto, Città del Messico, San Paolo, Curitiba e Brasilia.

(Foto: Libera Società)

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