Foibe, c’è pure lo striscione che esalta Tito: «Maresciallo siamo con te»

10 Feb 2018 16:17 - di Luciana Delli Colli
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«Maresciallo siamo con te. Meno male che Tito c’è». È lo striscione firmato con falce e martello che è stato affisso a Modena nel Giorno del Ricordo. A trovarlo davanti la propria sede sono stati gli iscritti dell’associazione identitaria Terra dei Padri, che proprio per oggi hanno organizzato nel loro circolo una mostra fotografica e un concerto sulla tragedia degli italiani del confine orientale. Una iniziativa di omaggio ai morti delle foibe e agli italiani costretti all’esodo che evidentemente deve aver dato fastidio.

Terra dei Padri: «Non capiscono neanche le sofferenze degli infoibati»

«I soliti noti che hanno tempo da vendere non sono in grado di capire le sofferenze di chi fu gettato a morire nei crepacci carsici dai comunisti, né il calvario dei 350mila dell’esodo da Istria e Dalmazia che si sono dovuti reinventare una vita, lavorando giorno e notte per cercare di ricostruire ciò che Tito gli aveva strappato», ha commentato l’associazione Terra dei Padri, stigmatizzano lo striscione come «un attacco violento, al limite dell’apologia di reato», che però «non riesce a sporcare la giornata e ci rafforza nel cementare la memoria dei martiri».

«Uno scandaloso striscione negazionista»

Di «scandaloso striscione negazionista» ha poi parlato la parlamentare di Forza Italia, Renata Polverini, segnalando come si tratti della «punta di un iceberg che riporta al passato più buio di questo Paese» e di «una vergogna per le vittime delle foibe». «Inneggiare a un dittatore assassino con tanto di simbolo di morte come quello comunista, che, purtroppo vedremo anche sulle schede elettorali, non può essere tollerato da un Paese civile. Le istituzioni si facciano sentire e prendano i dovuti provvedimenti», ha aggiunto Polverini.

Esaltare Tito «è apologia di reato»

È stato poi il consigliere regionale azzurro Enrico Aimi a sottolineare come quello striscione rappresenti «una inaccettabile offesa all’Italia e alla memoria delle migliaia di vittime del comunismo». «Inneggiare alla figura di un losco sanguinario e alla strage di oltre 15mila italiani barbaramente trucidati è apologia di genocidio. E questo è assolutamente inaccettabile, tanto più nel giorno del ricordo condiviso, sancito anche da una legge dello Stato. Nell’auspicio che i responsabili di questo sfregio siano identificati – ha concluso Aimi – serve una condanna unanime».

 

Commenti

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  • Mauro 12 Febbraio 2018

    Ma possibile che ci siano dementi simili; La storia deve essere ricordata sia per rispetto delle vittime, sia per ricordarci e non permettere che si ripetano le cose peggiori.

  • Mauro Garlaschelli 11 Febbraio 2018

    …LANCIAFIAMME…

  • Francesco Ciccarelli 11 Febbraio 2018

    Dove sono tutti quelli che si strappavano le vesti per gli striscioni sulla”Tigre Arkan”?

  • anna maria 11 Febbraio 2018

    ma qualcuno ha detto a quei signori che tito è morto da un pezzo? e soprattutto studiassero la storia e forse capirebbero qualcosa in più.

  • Campis 11 Febbraio 2018

    Fino a quando dovremo sopportare questi incredibili personaggi che governano oggi in Ialia che non fanno NIENTE contro chi si fregia del simbolo di morte della falce e martello e invece fanno tanta cagnara per un imbecille con voglia di sparare che, naturalmente, deve per forza essere definito fascista. Il fascismo è morto più di 60 anni fa; invece il comunismo, purtroppo per tutti, è ancora vivo e vegeto nel mondo ed è anche peggiore di un tempo.

  • Elvio 11 Febbraio 2018

    Questi bastardi bestemmiatori comunisti e negazionisti di verita’ storiche. FOIBE eredita’ comunista di quel delinquente infoibatore TITO! Vendere la verita’ storica per un crrimine riconosciuto !

  • Alessandro Carapelli 11 Febbraio 2018

    Questi sono dei bravi comunisti che riconoscono la riuscita strage degli italiani da parte del dittatore Tito comunista e non capiscono che sono tutti burattini in mano della sinistra, questo perchè sono tutti figli di papà e non capiscono cosa sia successo in quei momenti terrificanti passati dagli Italiani.In quanto non sanno neppure loro la stupidità che hanno in testa che li fa tramare contro tutto e tutti.Poveri bambocci speriamo che durino tanto i soldi dei nonni che gli permettono di mantenersi senza fare nulla,e comandare da comunisti senza scrupoli.

  • Sergio 11 Febbraio 2018

    Smrt Josiph Broz Tito. Smrt

  • Giuseppe Forconi 11 Febbraio 2018

    Che schifo e’ tutto uno schifo, partigiani del menga e loro accoliti comunisti, perche’ non ve ne andate tutti in Ruissia ? Peccato che ora non c’e’ piu’ Stalin altrimenti vi avrebbe fatto vedere cosa sono i comunisti. Metteteli fuoiri legge.

  • Giorgio 11 Febbraio 2018

    Perchè non viene accettato il mio commento rispetto a cosa facevano i titini agli alpini della Julia dislocata nel 1941 ad Aidussina ???.Giorgio

  • Giorgio 11 Febbraio 2018

    Viene cancellatta una notizia riguardante cosa facevano i titini ai nostri alpini della Julia dislocata nel 1941 ad Aidussina.

    • Giorgio 11 Febbraio 2018

      Notizie comunicate da un tenente della Julia ( scomparso in Russia nel 1943) dislocata ad Aidussina nel 1941.

  • Andrea Ragazzini 11 Febbraio 2018

    Ai comunisti “brava gente” è consentito dire e fare qualsiasi cosa con questi governanti. Speriamo che gli italiani il 4 marzo siano capaci di imbarcarli tutti magari assieme a tutti quei cosidetti migranti fuori legge.

  • GIANFRANCO fRANCIONI 11 Febbraio 2018

    non sono antifascisti. Sono solo dei delinquenti e antiitaliani. NON DIMENTICHIAMO CHE NON ERANO Fascisti ma ITALIANI. Fanno veramente schifo.

  • ADRIANO AGOSTINI 11 Febbraio 2018

    Che tristezza. E questi si fanno chiamare italiani. Si sono venduti all’anarchia (ieri comunismo) che non riconosce patria, famiglia e religione. Sono dei dannati.

  • Carlo Montani Esule da Fiume 11 Febbraio 2018

    Basti ricordare che circa 60 anni orsono, il Direttore di “Difesa Adriatica” Silvano Drago venne assolto con formula piena per avere definito Tito “infoibatore ed assassino”. Era la pura verità, e l’Ambasciata jugoslava di Roma, che aveva promosso la denunzia, rimase con le pive nel sacco.

  • luciano 10 Febbraio 2018

    questa più che democrazia è dementocrazioa