Berlusconi: «L’unico voto utile è per il centrodestra, l’Italia deve risorgere»

20 Feb 2018 10:02 - di Gabriele Alberti

Il piano sicurezza annunciato da Silvio Berlusconi durante Dalla vostra parte di Maurizio Belpietro, nell’eventualità sempre più tangibile che il centrodestra avrà le redini del prossimo governo era lungamente atteso: undici punti per garantire più sicurezza ai cittadini. Il punto chiave promesso dal Cavaliere sarà quello di  «aumenteremo di un terzo gli organici delle forze dell’ordine». Berlusconi è presente in questi giorni a tutto campo. D Radio Etna ha fatto di nuovo il punto su programmi e alleanze per il post voto. Su questo punto è chiaro: nel caso in cui dalle urne non dovesse uscire una maggioranza chiara, auspica un governo di larghe intese o di unità nazionale? «È un’ipotesi del tutto teorica – risponde – perché io sono sicuro, ogni giorno di più, che il centrodestra abbia ormai raggiunto e superato la maggioranza assoluta. Potremo così assicurare al Paese cinque anni di governo stabile, per far ripartire l’Italia. Se tuttavia questo non potesse accadere, se non vi fosse in Parlamento una maggioranza per sostenere il nostro programma di governo, allora ci sarebbe una sola possibilità, tornare al voto perché gli italiani dopo quello che si è verificato in questi ultimi anni devono, davvero e finalmente, tornare ad avere il pieno diritto di scegliere il loro futuro».

Berlusconi: “L’unico voto utile è il centrodestra”

Berlusconi ha ribadito che «Per evitare di trovarci in questa situazione, in ogni caso, l’unico voto utile è quello al centrodestra: né la sinistra né i Cinque Stelle hanno la forza e la possibilità di arrivare alla maggioranza in Parlamento. Dunque l’unico modo per evitare un Parlamento ingovernabile e la paralisi delle istituzioni è votare per noi».

“Se vincerà il M5S molti andranno all’estero”

In caso di vittoria del Movimento 5 Stelle, cosa farà?, gli chiedono. «Ho detto qualche volta scherzando che avrei lasciato non la politica ma addirittura l’Italia. In realtà non sarei io a lasciare l’Italia, ad andarsene sarebbero i capitali, gli investimenti, le imprese, i cittadini che possono permetterselo. È quello che succede da alcuni anni in Francia, per effetto delle insopportabili tasse sulla casa e sulla successione, un sistema di tassazione che i grillini vorrebbero applicare anche da noi». A tale proposito Berlusconi ha raccontato a Belpietro un episodio: « Una volta Putin mi mostrò delle bellissime ville immerse in parchi stupendi sul Mar Nero. Gli dissi che ero quasi tentato di acquistarne una, ma mi rispose che non c’era nulla da fare: erano state comprate, tutte, da francesi benestanti, scappati dal loro Paese per colpa delle altissime tasse. Accadrebbe lo stesso anche da noi…».

Ecco cosa accadrebbe con l’italia in mano ai Cinquestelle: «L’Italia si troverebbe in una situazione di isolamento e sprofonderebbe in una nuova crisi, perdendo investimenti, imprese e posti di lavoro, mentre il governo sarebbe affidato a dei dilettanti, sprovvisti di ogni esperienza in politica e nella vita, che non hanno mai lavorato né mai amministrato neppure un codominio, che sono capaci di parlare solo il linguaggio dell’invidia, dell’odio e della rivalsa sociale». I più deboli se ne avvantaggerebbero? No, risponde Berlusconi: i ciquestelle «Come tutti i pauperisti parlano per i più deboli, ma non sono in grado di fare nulla di concreto per migliorare la condizione dei più deboli».

Il centrodestra tornerà con la sua battaglia contro la pressione fiscale e ribadisce l’impegno ad innalzare le pensioni minime. E per i giovani? Risposta: «Il mio nuovo impegno con gli italiani, oltre naturalmente a alzare a mille euro le pensioni più basse e anche le pensioni alle mamme, si rivolge soprattutto ai giovani, perché è incentrato sul lavoro. Io credo di poter essere considerato un esperto di come si crea occupazione. Quello a cui voglio dedicarmi ora è prima di tutto questo: restituire una speranza e una opportunità ai giovani che hanno perso la speranza di trovare un lavoro. Sono tanti, troppi, soprattutto in Sicilia e in tutto il Sud. Loro saranno la mia prima preoccupazione: non possiamo permettere che un’intera generazione sia sacrificata agli errori e agli egoismi della vecchia politica. Io sarò il garante di una politica davvero innovativa, vorrei anzi definirla aggressiva, sul fronte dell’occupazione, specialmente per i giovani e specialmente nel Mezzogiorno».

Oggi, dopo quattro governi di sinistra non scelti dagli elettori e nonostante la ripresa in corso in tutto il mondo, la disoccupazione in Italia è due punti sopra il resto dell’Europa. Un risultato davvero pessimo per un governo di sinistra, che dimostra il fallimento del Jobs Act e delle politiche del lavoro del governo Renzi.«Secondo tutti gli economisti è necessaria una crescita dal 2% in su per avere effetti positivi sull’occupazione. Noi contiamo di arrivare almeno al 3% grazie alla flat tax e quindi al potente effetto di stimolo sull’economia che deriva dall’abbassamento della pressione fiscale: una sola aliquota del 23% e nessuna tassa sui primi 12.000 euro di reddito. Abbassare le tasse significa lasciare più soldi alle famiglie e alle imprese, quindi far aumentare i consumi delle famiglie e gli investimenti delle aziende».

Promesse immediate

Proposte: «Ci vogliono provvedimenti immediati, per dare subito una risposta alle attese dei giovani. Le nostre prime risposte saranno due: il taglio di ogni imposta e contributo per i primi sei anni a chi assumerà un giovane disoccupato con un contratto stabile a tempo indeterminato dando così alle imprese una grande convenienza ad assumere giovani disoccupati e un grande piano di investimenti per rilanciare le infrastrutture nel Mezzogiorno, compreso il Ponte sullo Stretto di Messina, infrastrutture necessarie per consentire lo sviluppo del sud, ma che nell’immediato avranno anche l’effetto di offrire molte nuove opportunità di lavoro nelle regioni meridionali».

 

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