Un quarto della Terra rischia di desertificarsi entro fine secolo?

4 Gen 2018 19:30 - di Redazione

Nuovo allarme degli scienziati sulle conseguenze del riscaldamento globale del pianeta. Secondo un team di scienziati, se le temperature globali saliranno di 2° Celsius rispetto ai livelli preindustriali oltre il 25% della Terra rischia di diventare un deserto arido. In uno studio pubblicato su Nature Climate Change, un team di ricercatori della University East Anglia nel Regno Unito e della Southern University of Science and Technology in Cina hanno realizzato una nuova ricerca che suggerisce che circa un quarto del globo potrebbe essere lasciato in una siccità permanente se gli sforzi per frenare il riscaldamento globale non riusciranno a raggiungere gli obiettivi fissati dall’accordo di Parigi, ovvero al di sotto dell’1,5° C. Gli scienziati hanno compilato le previsioni di 27 modelli climatici globali per determinare quali regioni del pianeta Terra hanno maggiori probabilità di subire un’aridificazione significativa entro la fine del secolo, rilevando che se si dovesse raggiungere un aumento di 2°C delle temperature globali -cioè superando il tetto dell’accordo di Parigi- dal 20 al 30% delle terre emerse rischierebbe uno stato di aridità permanente. “L’aridità è una seria minaccia perché può avere un impatto critico su aree come l’agricoltura, la qualità dell’acqua e la biodiversità” ha rimarcato Chang-Eui Park, ricercatore presso la Southern University of Science and Technology di Shenzhen, in Cina. L’aridità, ha sottolineato ancora il ricercatore, “può anche portare a più siccità e incendi, simili a quelli che abbiamo visto infuriare in tutta la California”. Secondo i ricercatori, la riduzione delle emissioni di gas serra per mantenere il riscaldamento tra 1,5 e 2 gradi potrebbe scongiurare un allargamento ampio delle zone aride, ma rimanendo al di sotto dell’1,5 gradi due terzi delle regioni colpite dall’aridità potrebbe salvarsi. E, ha rilevato Tim Osborn dell’University East Anglia, “le aree del mondo che trarrebbero maggiore beneficio mantenendo la temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi sarebbero le zone del Sud-Est asiatico, dell’Europa meridionale, dell’Africa meridionale, dell’America Centrale e dell’Australia meridionale. Aree dove attualmente vive più del 20% della popolazione mondiale”.

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