Sesto, gli “sconti” sui fitti ai partigiani finiscono nel mirino della Corte dei Conti

22 Gen 2018 14:38 - di Redazione

“Sconti” per Anpi e Arci, il caso “affittopoli” a Sesto San Giovanni finisce sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti. I magistrati contabili hanno aperto un’istruttoria e chiedono una «relazione dettagliata e documentata» sulle situazioni contabili anomale denunciate dal sindaco di Forza Italia, Roberto Di Stefano.

Tre casi: “sconti” per Anpi e Arci

Come riporta il Giornale, la procura regionale vuole vederci chiaro su tre casi: la villa comunale affittata per 50mila euro ai partigiani dell’Anpi e da questi subaffittata a un ristorante per 70mila euro; poi i rapporti esistenti fra l’Arci e il Comune, che avrebbe pagato bollette da 269mila euro al «Carroponte» (un ex capannone industriale trasformato in locale per concerti) e infine i locali concessi per cifre irrisorie ad associazioni legate a politici locali. Sono queste le anomalie che il sindaco azzurro ad agosto ha citato in un esposto alla Procura e alla Corte dei conti.

Ereditato un bilancio disastroso

Era stato proprio Di Stefano, si legge sul Giornale,  a chiamare «affittopoli» queste anomalie, ereditate insieme a una situazione di bilancio disastrosa. La nuova giunta aveva trovato nei conti del Comune «crediti mai riscossi e di dubbia esigibilità per 36 milioni di euro e debiti con i fornitori per 15 milioni». Adesso l’amministrazione di centrodestra è al lavoro: «Stiamo riportando la liquidità che il Comune doveva avere e che non ha avuto scaricando tutto sulle spalle dei cittadini – dice Di Stefano – Ci sono sentenze della Corte che condanno sindaco e giunta per sconti simili ad associazioni, io non capisco come potessero andare avanti mantenendo realtà come quelle e nascondendosi dietro alle dimenticanze».

“Dimenticanze”

“Dimenticanze”, si legge ancora sul Giornale, come l’anticipo, mai rimborsato, di 269mila euro di bollette al Carroponte, struttura assegnata all’Arci per 10mila euro annui: la vicenda adesso potrebbe definirsi con l’arbitrato in cui gli assegnatari – contestando i calcoli del Comune, per la presenza di altre utenze – rimborserebbero 70mila euro subito e il resto dopo una nuova stima dei reali consumi. Per villa Zorn, invece, arriva un bando per la nuova assegnazione diretta. L’affitto all’Anpi è scaduto e i partigiani hanno un contenzioso col Comune per i danni provocati alla villa dall’incendio di un anno fa, durante una festa dell’Epifania dedicata ai bambini.

Commenti

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  • giorgio 23 Gennaio 2018

    Partigiani per loro

  • ANTERO 23 Gennaio 2018

    Indaghino, indaghino e ancora indaghino !