Prof del Massimo travolto dallo scandalo sessuale: sorvegliato ogni 15 minuti

20 Gen 2018 15:52 - di Redazione

Un caso che ha profondamente turbato l’opinione pubblica, e avvenuto a ridosso di un altro precedente, meno grave, ma pur sempre sintomatico. E il caso è quello del professore 53enne dell’Istituto Massimo di Roma, arrestato con l’accusa di atti sessuali con una sua studentessa appena 15enne. Un caso che ai sospetti di plagio e di condizionamenti, di fascinazione e trasgressione misti a ingenuità e malafede, colpe e rimorsi, ora aggiunge anche il timore che tutto possa sfociare in un esito ancor più drammatico…

Prof del Massimo, sorvegliato speciale in cella

Massimo De Angelis, allora, arrestato con l’accusa di atti sessuali con una sua allieva minorenne, è un sorvegliato speciale che ogni giorno vede uno psicologo. «Ha una grandissima sorveglianza, che non è una sorveglianza a vista, ma una sorveglianza costante, ogni 15 minuti», ha spiegato in queste ore il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasìa. «Mi hanno detto, perché io non ci sono stato – continua – che è in una stanza vicino al posto di osservazione dei poliziotti come misura precauzionale, essendo una persona che è ovviamente traumatizzata da un’esperienza per lui nuova e abbastanza imprevedibile, come si capisce da quanto riferito dal suo avvocato», ha spiegato il Garante facendo riferimento alle dichiarazioni del difensore del professore Fabio Lattanzi che, nei giorni scorsi, parlando delle condizioni del suo assistito, ha detto che l’uomo in cella è «prostrato» e che avrebbe «già tentato il suicidio». Per creargli una condizione di minor disagio il docente non è stato messo in isolamento.

In cella insieme a un detenuto per reati analoghi

«È in cella con un’altra persona perché – sottolinea Anastasìa – questo aiuta a vivere meglio l’esperienza. Sta con un detenuto arrestato per reati della stessa specie. Gli autori di reati a sfondo sessuale – spiega – sono sempre separati dagli altri perché trattandosi di reati di particolare riprovazione nella comunità dei detenuti» c’è il rischio «che qualcuno possa fargli del male». Inoltre, come ricordato sempre da Anastasìa, per il professore è previsto «un incontro quotidiano con uno psicologo». Del resto, come ricordato dal Garante, «al di là di quello che il professore può aver detto o può aver fatto, è ragionevole che il servizio sanitario in carcere valuti con particolare attenzione la sua accoglienza nell’istituto di pena».

Commenti

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  • Damiano 21 Gennaio 2018

    Ma no,mettetelo con gli altri detenuti,così non si sente isolato…magari gli fanno fare qualche giochino rilassanta?