La sinistra ha perso la battaglia delle idee, la destra raccoglierà la sfida?

8 Gen 2018 14:57 - di Mario Bozzi Sentieri

A cantarne il De profundis è stato Tom Wolfe, il dandy reazionario, l’anticonformista etnologo delle tribù postmoderne: il pensiero radical chic è morto, ucciso dalle sue contraddizioni, dalla cesura con il popolo vero, dal suo sterile conformismo… progressista. Come ha dichiarato Wolfe, in una recente intervista a la Repubblica, che molti turbamenti ha provocato tra le anime belle della cultura engagé, oggi la sinistra, quella “al caviale” o “da limousine”, si è ampiamente liberata da qualsiasi empatia per la classe operaia americana (e non solo – aggiungiamo noi). E’ – afferma Wolfe – «una sinistra che adora l’arte contemporanea, si identifica in cause esotiche e nella sofferenza delle minoranze, ma disprezza i rednecks (bifolchi) dell’Ohio». È, oggi come ieri (il testo principe di Wolfe, Lo chic radicale risale al 1970 e in Italia venne pubblicato, nel 1973, dalle benemerite Edizioni Rusconi, sotto la direzione di Alfredo Cattabiani) uno strumento di dominio delle “classi dominanti”, un comportamento per meglio mascherare il proprio “predominio sociale” e mettersi la coscienza a posto.

Wolfe punzecchia l’epidermide infrollita della sinistra, decadente e decaduta, rendendone finalmente palese la sconfitta culturale. Il problema ora è “che fare” rispetto a questa sconfitta. Compiacersene ? Continuare nella critica distruttiva ? Esaltare le qualità “profetiche” di chi “di sinistra” non è stato e non è ? La nuova questione è che se la sinistra la perso la battaglia delle idee, la destra non l’ha vinta – come ha sottolineato Alain de Benoist, in una conversazione (a cura di Nicolas Gauthier), comparsa sul sito di Boulevard Voltaire ed ora pubblicata da “Diorama letterario”.

A sintetizzare l’analisi di de Benoist si evidenzia che:

*Se la sinistra non ha niente da dire, perché è risultata sconfitta nella battaglia culturale, non è grazie alle confutazioni della destra, ma perché le idee della sinistra hanno perso la loro spinta propulsiva, adeguandosi al liberismo economico e al sistema di mercato.

*La destra ha dimostrato di amare poco gli intellettuali, avvezzi a credere al valore delle rivoluzioni culturali, preferendo politicamente la vaghezza dei programmi politici.

*È mancata a destra una strategia culturale, fondata su un pensiero “strutturato”, e si sono preferite le mode ideologiche che – afferma de Benoist – «hanno storicamente indebolito tutte le sue difese immunitarie, a partire dall’universalismo filosofico, dall’ideologia dei diritti dell’uomo e dall’ideologia del progresso».

*A fronte della sconfitta della sinistra culturale è poi mancata a destra una minima coerenza in materia antropologica. Chiede de Benoist: «Che idea ci si fa dell’uomo ? Un’idea filosoficamente classica o un’idea ideologicamente moderna? Quella di un essere politico e sociale per natura o quella di un individuo portatore di diritti che starebbe sulla terra solo per massimizzare il proprio interesse? La società si spiega con la socievolezza naturale della nostra specie o non è altro che un aggregato di atomi individuali sorretto dal contratto giuridico e dallo scambio mercantile?».

Quello di de Benoist è un discorso di metodo su cui varrebbe la pene attardarsi. Non per fare rassicuranti affermazioni di principio, ma per iniziare a immaginare strategicamente quella battaglia culturale che richiede innanzitutto chiarezza (e radicalità) d’intenti. Prendere atto che la vecchia sinistra “caviar” è morta, è un buon auspicio per l’anno appena iniziato. Ma poi occorre costruire strumenti e relazioni culturali di alternativa. Occorre selezionare priorità, lanciare campagne d’opinione, sorrette da visioni profonde. Ecco la vera questione di fondo: finita la stagione delle concessioni (verso sinistra) per quale idea di Uomo, di Società e di Stato la destra intende battersi ? Ed intorno a quali priorità è disponibile ad impegnarsi per una strategia culturale, in grado di andare ben oltre gli slogan, gli appelli elettorali, le facili politiche quotidiane ?

Le risorse intellettuali ci sono e sono ben più ampie di quanto si creda. Il problema è collegarle, fare massa critica, uscendo finalmente dalle piccole logiche personalistiche e settarie. Ben oltre la politica-politicante, in gioco c’è la possibilità di dare cuore e testa alle sfide di quel cambiamento a cui la sinistra, più o meno chic, ha dimostrato la sua storica inadeguatezza: una battaglia che ha tutto il fascino e l’importanza delle sfide epocali.

Commenti

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  • Ben Bellantone 14 Gennaio 2018

    La sinistra non ha, ora, perso la battaglia delle idee, ma quale idee? La sinistra ha da sempre usato i bisognosi, i lavoratori ma curato sempre i suoi interessi e quelli dei loro portaborse e scaldasedie. Ha padroneggiato in tutti i campi negli anni con la benevolenza della DC e dei preti tanto che adesso sono anche loro preti sinistroidi papa incluso. Se esistono delle Leggi a favore dei lavoratori e dei bisognosi hanno tutte origini di destra che purtroppo non ha mai avuto la forza incisiva di farlo conoscere. Adesso e’ la destra ancora una volta a dover far risorgere l’Italia dopo i guai e le rovine combinate dalla sinistra, una sinistra che gli italiani non hanno mai votato o voluto ma che hanno subito per imposizione. La destra ha l’occasione di programmare un futuro migliore e far risorgere l’Italia dalle ceneri lasciate da Napolitano, Monti, Renzi, De Benedetti ed in primis il “mortadella” e compagni. Tutta gente che ha curato i propri interessi e di Partito seminando disperazione, fame, morti e soffocato la nazione con l’occupazione di criminali e terroristi e ridotto la nostra Marina Militare a fare i traghettatori e i social workers e non difendere la nazione ed i nostri confini che per volonta’ sinistroide non esistono piu’. Oggi siamo una nazione che non ha solo perso la dignità’ ma che sta perdendo anche la propria identità’. TUTTA VERGOGNA DELLA SINISTRA ITALIANA ( che di italiano non ha nulla).

  • FABIO BARAGONE 9 Gennaio 2018

    Il PD e i loro alleati sono riusciti ha distruggere l’Italia in tutti i sensi… Il Peggiore Presidente del Consiglio è stato Renzi che è riuscito a difendere l’indifendibile vedasi la storia della Banca Etruria.. La Boldrini invece è riuscita ad offendere gli Italiani in tutti i modi… queste mortificazioni avranno un bel peso alle elezioni… e sono felice di questo perché dopo ben quattro Governo illegittimi il Popolo ora può scegliere tranquillamente….

  • Marisa Galassi 8 Gennaio 2018

    Non sono stati in grado di attuare delle politiche per gli italiani residenti. Hanno solo usufruito delle nostre tasse per usarle a favore dei clandestini.