Iran, migliaia in piazza, il regime reprime duramente: 10 morti in 3 giorni (Video)

1 Gen 2018 13:14 - di Lorenza Mariani

Siamo ormai la terzo giorno di proteste in Iran: la popolazione locale è scesa nelle piazze delle maggiori città, riunendosi in cortei e assembramenti che non si sciolgono neppure di notte. E come sempre accade in questi casi in Paesi guidati da regimi autoritari, la reazione del governo non si è fatta attendere: spari contro i manifestanti, centinaia di arresti e, soprattutto, 10 morti.

Iran, folla in piazza, il regime risponde sparando: 10 morti

Non si fermano le proteste in Iran. La gente in piazza manifesta contro il governo, il carovita e la corruzione del regime. La televisione statale iraniana riporta la drammatica notizia secondo cui sarebbero almeno 10 le persone uccise durante le proteste in corso nel Paese negli ultimi giorni. Trecento gli arresti tra Teheran, Izeh e Arak dove 12 agenti di polizia sono rimasti feriti negli attacchi all’ufficio del governatorato della stessa città. Oscurati i social. Il presidente Hassan Rohani ha sintetizzato il tutto sentenziando: il popolo è libero di manifestare, ma nella legalità. Inatnto, però, tra le 2 vittime registrate a  Izeh, le quattro persone  rimaste uccise nelle proteste a Doroud, sale a 10 il numero dei morti in piazza in Iran negli ultimi giorni di proteste.

L’intervento di Rohani e il monito di Trump

E’ intervenuto solo nella serata di ieri, e per la prima volta dall’inizio delle proteste, il presidente iraniano che nel suo discorso ha fatto riferimento ad un incontro del governo trasmesso dalla tv di Stato. «Il popolo iraniano è libero di manifestare», basta che le proteste «siano autorizzate e legali» e che non si trasformino in violenza, ha ribadito Rohani, aggiungendo poi a stretto giro: «Una cosa è la critica, un’altra la violenza e la distruzione della proprietà pubblica». E tra reprimenda e j’accuse, non è mancata l’occasione di sferrare un duro attacco al presidente americano Trump per quelle che il leader iraniano ha definito – riferendosi al sostegno inviato dalla Casa Bianca via Twitter agli iraniani in piazza – «interferenze».”Interferenze” tradotte in un tweet in cui Trump ha rilevato come, a sua detta, in Iran «la gente finalmente ha capito che i loro soldi e il loro benessere viene sperperato per il terrorismo. Sembra che gli iraniani non ne possano più»m concludendo con un eloquente messaggio di sostegno indirizzato ai manifestanti: «Gli Usa – ha assicurato il residente Usa – vigilano su eventuali violazioni dei diritti umani». «Sosteniamo il diritto del popolo ad esprimersi pacificamente – fa sapere in una nota la Casa Bianca, che già due giorni fa aveva esortato il governo di Teheran “a rispettare i diritti” dei manifestanti -. Il mondo vi guarda: incoraggiamo tutte le parti a proteggere questo diritto fondamentale all’espressione pacifica e ad evitare qualsiasi azione che contribuisca alla censura».

Iran, anche la tv di Stato conferma: 10 vittime tra i manifestanti

E intanto, si allunga il tragico bollettino delle vittime delle proteste in Iran, teatro di manifestazioni e assembramenti notturni contro il governo di Hassan Rohani per gli scarsi risultati in economia. Il deputato Hedayatollah Khademi ha detto all’agenzia di stampa Ilna, vicina all’opposizione, che all’elenco delle vittime della dura repressione delle contestazioni di piazza vanno aggiunti i due manifestanti rimasti uccisi ieri sera nel corso delle proteste nella città di Izeh, nel sudest del Paese. «Gli abitanti di Izeh hanno manifestato come avviene altrove nel Paese contro le difficoltà economiche e, sfortunatamente, due persone sono rimaste uccise e altre ferite – ha riferito il deputato – Non so se i colpi siano arrivati dalle forze dell’ordine o dagli stessi manifestanti». Non solo: quattro persone sono rimaste uccise nelle proteste a Doroud, nella provincia occidentale iraniana di Lorestan. Il primo bilancio ufficiale è stato fornito oggi dal governatore della città, Mashallah Nemati, citato dall’agenzia di stampa Isna, riferendo inoltre che altre sei persone sono rimaste ferite, mentre sono stati danneggiati o dati alle fiamme molti edifici governativi, banche e luoghi religiosi. Secondo il governatore, ad aprire il fuoco contro i manifestanti non sarebbero stati i poliziotti ma uomini in borghese che hanno sparato anche contro le forze dell’ordine e le stazioni di polizia. Intanto, però, sul terreno restano le vite spezzate di altre 10 persone che continuano ad allungare il drammatico elenco delle vittime delle proteste iniziate il 28 dicembre scorso contro le politiche economiche del governo di Hassan Rohani. Non è chiaro se la cifra comprenda le due vittime registrare a Izeh, ma a fornire il bilancio è stata la tv di Stato, mentre aggiorna sul fatto che è in programma in giornata una riunione d’emergenza dell’esecutivo.

 

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