Insensata proposta fiscale del M5S per i pagamenti della P. a.

23 Gen 2018 15:29 - di Vincenzo Elifani

In una conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa a Milano, esattamente il 10 gennaio scorso, il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio,  ha dichiarato che in caso di vittoria alle prossime elezioni, il suo partito abrogherà le normative che regolano lo spesometro, il redditometro, lo split payment e gli studi di settore. Sempre nella stessa conferenza stampa il leader pentastellato ha aggiunto che, una volta al governo, il suo partito sarebbe pronto ad abolire 400 leggi. Secondo quanto riportato dai media, Di Maio avrebbe fatto queste affermazioni davanti a una platea di imprenditori che lo avrebbero addirittura applaudito. Sinceramente non riesco a capire cosa ci sia da applaudire. Da semplice cittadino che per professione fa l’imprenditore mi sembra che non basti abrogare le leggi.  Se si vuole fare impresa, e si vuole crescere, creando occupazione e ricchezza, è necessario operare in mercati dove le leggi ci sono e, soprattutto, dove tutti le rispettano. Mi sorge allora il dubbio che in quella conferenza stampa i presenti non fossero imprenditori, ma solo simpatizzanti del M5S, con una scarsa esperienza lavorativa e soprattutto con scarso senso critico.

Non mi stupisco, quindi, se qualcuno annuncia di voler abolire lo split payment, ma sinceramente non riesco a comprendere come un imprenditore possa condividere ed applaudire una proposta così dissennata.Il termine britannico “split payment” in italiano vuol dire “scissione dei pagamenti”, valla dire un meccanismo di pagamento, introdotto per la prima volta in Italia dalla Legge di Stabilità del 2015, con il quale i soggetti della Pubblica amministrazione che acquistano beni e servizi, versano direttamente all’erario l’Iva addebitata in fattura dai loro fornitori. Ciò significa che è la stessa P.a. a liquidare direttamente l’Iva sugli acquisiti effettuati, sollevando da tale obbligo i suoi fornitori, ai quali viene corrisposto soltanto l’importo imponibile al netto dell’Iva.

Questo semplice e innovativo meccanismo di pagamento è stato introdotto per cercare di contrastare l’evasione fiscale che colpisce l’Italia da vari anni e, in particolar modo, le numerosissime frodi fiscali effettuate da coloro che incassavano l’Iva e poi non la riversavano.

Purtroppo, in questi ultimi anni abbiamo assistito sbigottiti e impotenti a moltissimi casi di imprenditori disonesti e senza scrupoli che, pur di aggiudicarsi un appalto, offrivano prezzi bassissimi che non coprivano nemmeno il costo della manodopera, tanto poi si rifacevano sull’Iva non versata.

Questi personaggi, che è improprio chiamare imprenditori, semmai sarebbe più corretto chiamarli  “prenditori” o peggio ancora “predatori”, mettendo in piedi il sistema truffaldino del mancato pagamento dell’Iva, con la complicità di professionisti disonesti e di amministratori di comodo, hanno velocemente aperto e chiuso una moltitudine di imprese, ognuna con una vita media di due anni, riuscendo così a sfuggire ai controlli e alle verifiche delle amministrazioni finanziarie e della Guardia di Finanza, accumulando ricchezze e patrimoni spropositati a discapito dei lavoratori e delle imprese oneste che sono state defraudare di tante opportunità di crescita e di lavoro.

Questo imbroglio, comparabile ad un cancro del sistema economico, così efficacemente combattuto e direi anche sconfitto grazie allo split payment, verrebbe riattivato, in caso di vittoria del M5S alle prossime elezioni politiche, proprio da coloro che nelle piazze italiane gridano a squarcia gola “onesta, onestà”.  Sono sbigottito, continuo a credere nella loro buona fede, ma non riesco a spiegarmi come possano accettare qualsiasi proposta solo in nome di un risentimento cieco contro la politica.

Commenti

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  • Pino 23 Maggio 2018

    Non mi è chiaro chi sia e cosa faccia il signore che ha pubblicato questo articolo criticando chi ha pensato di abrogare un provvedimento osceno come lo split payment o scissione dei pagamenti che dir si voglia. Evidentemente colui che afferma di fare l’imprenditore è un commerciante che non eroga servizi e forniture verso la pubblica amministrazione e che dunque non risente della mancanza di liquidità causata dal provvedimento in questione. Purtroppo lo split payment ha fatto chiudere moltissime imprese creando disoccupazione in quanto applicato esclusivamente a quei soggetti che CERTAMENTE non sono a rischio di evasione poiché con fatturazione elettronica e dunque direttamente controllati dall’agenzia dell’entrate.
    Probabilmente tanti non sanno che, a causa dello split payment, l’impresa non versa la differenza tra IVA acquisti e IVA vendite ma paga l’imposta al momento dell’acquisto e incasserà la fattura al netto della stessa trovandosi a corrispondere per ben 2 volte l’aliquota del 22%, con tempi di rimborso lunghissimi.
    Lo split payment non sarebbe così dannoso se coadiuvato dal reverse charge, peraltro già operativo solo su alcune tipologie di prodotti (cellulari, computers portatili, console da gioco e poche altre) che consente di non pagare l’iva sugli acquisti; in tal caso si combatterebbe in maniera efficace l’evasione, evitando alle imprese enormi sofferenze per mancanza di liquidità e rimborsi alle calende greche. Come già proposto da qualche forza politica, il meccanismo funzionerebbe benissimo in quanto già testato e consentirebbe alla pubblica amministrazione di versare direttamente l’IVA per conto del fornitore, evitandogli allo stesso tempo inutili sofferenze nonché il carico dell’imposta per ben due volte.