Grasso fa la morale a Renzi: «Il Pd è pieno di debiti e lui va in giro in treno»

15 Gen 2018 10:12 - di Franco Bianchini

Ma sì, alla fine faranno l’ammucchiata contro il centrodestra. E la chiamata alle armi arriverà proprio da Pietro Grasso, che per ora attacca Renzi ma che – come si evince dalle sue parole – per risolvere tutto tirerà fuori dal cilindro l’allarme antifascista, il nemico. Un nemico che cambia nome e faccia a seconda dei casi, anche se il primo della lista resta sempre Berlusconi. La sinistra si può compattare solo se ha quell’obiettivo, sconfiggere il Cavaliere o – per usare gli appellativi cari alla Boldrini – i populisti, gli intolleranti, i razzisti, i fascisti e chi più ne ha più ne metta. Questo gioco l’hanno fatto da presidenti di Camera e Senato, figuriamoci se non lo fanno adesso, da leader di partito. Il problema attuale, però, è Renzi. Cerca di metterci una pezza, Pietro Grasso. Senza riuscirci. «Né odio né rancore» verso il Pd, assicura a “Circo Massimo” su Radio Capital. «Il problema sono le politiche: è Renzi che dice di fare quello che Berlusconi non ha fatto».

Grasso: «Verso il Pd né odio né rancore»
ma dimostra il contrario

Non avrà odio, Grasso, ma le sue parole sono velenosissime: «Renzi aveva il 40% e si è ridotto al 20%. Il Pd ha avuto «un’amministrazione scriteriata, con una campagna referendaria che ha fatto indebitare il partito. Non puoi andare in giro col treno quando ci sono i dipendenti in cassa integrazione». E a proposito degli arretrati sui contributi che il Pd gli ha chiesto di versare: «Pensare che la responsabilità sia mia è una vicenda squallida».

Alla fine con i Cinque Stelle
potrebbe esserci “matrimonio”

Meno duro con i grillini. «I 5 Stelle non danno affidabilità, non danno garanzie. Ricordo, in Senato, i cambiamenti su unioni civili, migrazioni. Se cambiano in funzione di un algoritmo o i mal di pancia della gente sui social…», ha detto Grasso, lasciando intendere che in fondo l’alleanza con il M5S si può fare. «Se queste cose non ci saranno più sarà un elemento diverso di valutazione. Noi useremo lo stesso metodo usato nel Lazio e nella Lombardia, valuteremo i presupposti, se la nostra politica può far parte dei loro programmi, se ci sarà una svolta politica a sinistra: non abbiamo pregiudiziali, la abbiamo solo verso la destra», ha chiarito il leader di Leu.

 

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