De Benedetti: “Davo del cazzone a Renzi, capisce poco di economia”

13 Gen 2018 17:51 - di Redazione

“Sono io l’ultimo grande vecchio che è rimasto in Italia, quello che poteva permettersi di dare del cazzone a Matteo Renzi, di economia capisce davvero poco…”. I verbali dell’audizione di Carlo De Benedetti alla Consob, pubblicati dal quotidiano La Verità, lasciano davvero interdetti. In quella “deposizione” all’autorità che vigila sulla società quotate in Borsa, l’Ingnegnere, tessera numero 1 del Pd, parla a ruota libera dei suoi rapporti con i vertici del governo Renzi e delle massime autorità dello Stato. Come il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: “L’ho incontrato per parlare di problemi generali, però ecco anche nella mia veste di presidente dell’Espresso mi interessa sapere che cosa pensi la Banca d’Italia, e anche loro credo che abbiano interesse a vedere me, perché sono l’ultimo grande vecchio che è rimasto in Italia, ecco”, racconta La Verità con i verbali di quella audizione, secondo cui De Benedetti avrebbe aggiunto, a proposito del premier: “A Renzi interessano le cose più di quadro generale. Un po’perché di economia capisce onestamente poco, cioè non è la sua specialità, e un po’ perché, secondo me, non gli interessa neanche molto, cioè gli interessa di più la politica, lui è un uomo politico, veramente! Io – confessa De Benedetti nei verbali – sono diventato l’advisor gratuito, saltuario e senza impegni. Con il diritto di dirgli che era un cazzone quando – chiedo scusa alle signore – mi sembrava fosse il caso. Sono cose che faccio. Per esempio adesso sull’attacco alla Merkel non sono minimamente d’accordo”.

Ma perché De Benedetti si definisce il “grande vecchio” dell’Italia? “Io ho cominciato un po’ prima di quelli che erano i miei colleghi, cioè Agnelli, Pirelli, a parte Gardini che si è sparato, ma diciamo facevamo parte di un certo establishment che oggi non c’è più; l’unico superstite per ragioni anagrafiche, perché ero entrato in quel giro di persone più giovane; a 40 anni Agnelli mi aveva chiamato a fare l’amministratore delegato della Fiat – che non è proprio una cosa normale – per cui sono entrato un po’ più giovane e mi sono trovato a essere l’unico perché gli altri sono morti, ecco. Non per merito ma per decorrenza dei termini, come si dice”, racconta nell’audizione che riguardava i movimenti effettuati a piazza Affari dal broker di fiducia dell’Ingegnere, Gianluca Bolengo il 16 gennaio 2015. il giorno dopo che Renzi gli aveva confidato la notizia che la riforma delle banche popolari sarebbe andata in porto…

Commenti

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  • Fausto 14 Gennaio 2018

    SONO UN VECCHIO DIRIGENTE DELLA FIAT E RICORDO A MARENTINO QUANDO SI PRESENTO’ DEBENEDETTI CON GIANNI AGNELLI, POCO DOPO GIANNI AGNELLI LO LICENZIO’ PERCHE’ A DIFFERENZA DI DEBENEDETTI, AGNELLI ERA CONTRARIO A LICENZIARE GLI OPERAI PEER MIGLIORARE IL BILANCIO.

  • Giancarlo Cotroneo 14 Gennaio 2018

    Più che “grande vecchio” CdB è stato , ed è , “grande mascalzone” . Emblema dell’Italia economica post Adriano Olivetti, Pasquale Saraceno, Valletta, Costa, Borghi, Leopoldo Pirelli, Serafino Ferruzzi ……..

  • giorgio 14 Gennaio 2018

    effettivamente Agnelli lo aveva chiamato ma poi, dopo alcuni anni, quando si accorse di manovre, diciamo “strane”, lo aveva “invitato” ad andarsene. Effettivamente e’ un “grande vecchio”, ha ragione, ed anche un appartenente alla casta del “popolo eletto”.

  • 14 Gennaio 2018

    Fra compagni di merenda,per il loro benessere,ci si intende sempre.