Bonino: per ora avanti senza alleanze col Pd. Il vero motivo? I radicali non si fidano

2 Gen 2018 15:59 - di Redazione
bonino

E’ saltata, al momento, l’intesa elettorale tra +Europa, la lista che fa capo a Emma Bonino e ai Radicali, e il Pd. Il problema, secondo quanto riporta Il Post, è di natura sia tecnica che politica.

Così Il Post spiega la questione: “+Europa aveva chiesto al ministero degli Interni di poter raccogliere le firme prima che sia ufficializzata la sua alleanza col PD, e solo in un secondo momento segnalare i candidati che intende sostenere nei collegi uninominali. Il ministero degli Interni però ha deciso di rispettare alla lettera la legge. Se le regole rimarranno queste, +Europa ha due opzioni. Può scegliere di abbandonare definitivamente il PD, scegliere un candidato per ogni collegio e iniziare rapidamente la raccolta delle firme per la dichiarazione di presentazione; oppure rimanere alleato del PD, e provare a raccogliere le 25mila firme necessarie fra il 21 e il 29 gennaio”.

Il Pd  si dice disponibile a dare una mano per la raccolta di firme ma non si sbilancia sulle candidature: “Cara Emma noi ti vogliamo bene più che a una zia, ma facci capire: se il problema sono le firme ti aiutiamo volentieri. Se sono i posti ci dispiace molto…”, così scrive su Twitter il Socialdem Marco Di Lello (Pd) segretario della commissione bicamerale Antimafia. La lista della Bonino è quotata all’1 per cento. Una percentuale preziosa per il Pd che al momento non chiude ancora le porte a trattative future.

Piercamillo Falasca, uno dei promotori della lista +Europa, spiega a sua volta – in un post su Facebook –  che cosa è successo e perché Emma Bonino ha deciso di procedere senza apparentamenti: “Secondo l’interpretazione della nuova legge elettorale data dal Viminale, sui MODULI di raccolta delle firme devono essere indicati SIA i candidati per la parte PROPORZIONALE, SIA quelli per la parte UNINOMINALE. Per fare una coalizione, serve decidere insieme 348 candidati uninominali (231 alla Camera, 117 al Senato). Ma soprattutto PER LEGGE la coalizione esiste solo al momento del DEPOSITO dei simboli (TRA IL 18 E IL 20 GENNAIO). E non è detto che a quella data siano stati già decisi i famigerati 348 candidati, soprattutto vista la guerra fratricida in corso nel PD. E anche dopo quella data, i partiti che godono di esenzione potrebbero decidere di cambiare anche solo un nome tra i 348, facendo INVALIDARE le firme di +Europa. Letta la norma, Emma Bonino e gli altri promotori della lista europeista avevano chiesto una interpretazione di legge che permettesse loro di raccogliere firme solo indicando i propri candidati di lista nella parte PROPORZIONALE, per poter iniziare subito a raccogliere firme sulle proprie liste e non doversi legare mani e piedi ai capi bastone locali del Pd e alla loro capacità/volontà di raccogliere le 25mila firme necessarie in 7 GIORNI (data di consegna 28 gennaio), o forse anche in meno giorni, se nel frattempo non si trova un’intesa su tutti i nomi. Di fronte alla indisponibilità del ministro Minniti a questa interpretazione, l’unica strada ragionevole è raccogliere le firme per presentarsi DA SOLI alle elezioni”.

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  • Mikael Bolshitkov 4 Gennaio 2018

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