A scuola dopo l’accoltellamento. E la mamma di Arturo lancia un appello

15 Gen 2018 11:02 - di Gloria Sabatini

Torna finalmente sui banchi di scuola, accolto con entusiasmo dai suoi compagni di liceo. È un giorno importante per Arturo, il 17enne aggredito e accoltellato senza motivo da un branco di violenti, tutti minorenni, il 18 dicembre scorso in via Foria, a Napoli. Un grande striscione con la scritta “Bentornato Arturo” realizzato e retto dai suoi compagni di scuolaha accolto il ritorno al liceo “Cuoco-Campanella”. Accompagnato dalla madre e atteso da un folto numero di giornalisti ha detto: «Sono emozionato, tutto questo mi è mancato». Parlando della sua drammatica esperienza ha aggiunto: «So che ci sono stati anche altri ragazzi, penso di essere solo uno di una lunga serie e purtroppo ce ne saranno altri ancora. A quelli che vengono aggrediti dico “appena potete cercate di buttarvi tutto alle spalle, dimenticare”. Io ci sono riuscito anche se ogni tanto ritorna quello che ho vissuto». I familiari sono stati fondamentali nel percorso di recupero per il 17enne, in particolare la mamma ha accettato la sovraesposizione mediatica per di attirare l’attenzione sull’escalation di violenza giovanile a Napoli chiedendo l’intervento della politicw. «Mi ha aiutato mia mamma, sono stato fortunato, la mia famiglia mi è stata vicino, mi sono anche sforzato da solo di superare la situazione  – spiega – i miei compagni mi hanno invitato a resistere, sapevano che il peggio era passato».

Arturo torna a scuola dopo l’accoltellamento

La mamma di Arturo, dopo i nuovi episodi criminali collegati alle baby gang, ha chiesto un intervento anche da parte della politica «Chiedo un confronto con i candidati del nostro collegio e tutti i candidati di Napoli per affrontare il tema sicurezza e minori. Li sfido a confronto su questi temi – ha detto Maria Luisa Iavarone – dobbiamo evitare che ci siano nuovi Arturo che vengano accoltellati, feriti, massacrati di botte. Dobbiamo costruire un momento di responsabilità civile, soprattutto centrato sul ruolo di adulti responsabili». Battagliera e risoluta a non subire, nei giorni scorsi aveva espresso la volontà di incontrare il ministro Minniti. Con un solo obiettivo: ridare a suo figlio la fiducia, prima di tutto nel suo futuro. Se da un lato il sostegno dei suoi compagni di classe, dei ragazzi del liceo Cuoco, è per lui motivo di orgoglio, dall’altro – ha detto – sente degrado intorno a sé per quello che ha vissuto».

Commenti

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  • elonora ferrari 16 Gennaio 2018

    inutile fare carteli . bisogna cambiare le leggi . in galera a 13 anni ovunque si può tranne in italia . ma non si può? allora i genitori in galera ad impare dai delinquenti cosa vuol dire essere ammazzati .