«Siete criminali»: Nonna Peppina al gelo, dopo il malore monta la rabbia

11 Dic 2017 10:03 - di Federica Argento
nonna peppina
Una vergogna italiana. Non si placano le polemiche sul web e non solo per quanto sta accadendo a nonna Peppina, vittima di un malore. . Il web è furioso: “Stato criminale” è l’insulto più riferibile. A San Martino di Fiastra è arrivata la neve e per nonna Peppina, la 95enne di San Martino di Fiastra (Macerata) sfrattata dalla casetta di legno, considerata abusiva, in cui viveva dopo il terremoto dello scorso anno, sono stati attimi di paura, con il ricovero in ospedale a Civitanova Marche per problemi respiratori. Insomma, poteva rimetterci la vita. L’anziana donna diventata il simbolo degli sfollati italiani,  vive in questo periodo in un container “residuato” del sisma del 1997 e avrebbe accusato in modo molto pericoloso l’abbassamento delle temperature nella zona appenninica delle Marche. Da qui la decisione dei familiari di trasferirla in ospedale, anche per evitare che le sue condizioni possano peggiorare.

Il web furioso per nonna Peppina

Il caso di Nonna Peppina, divenuta simbolo della battaglia degli sfollati del terremoto contro le lentezze della burocrazia, grida vendetta ora più che mai. Il tempo è passato, che sarebbe arrivato il freddo lo si sapeva eppure, nonostante l’attenzione dei media, lei era ancora lì, a sostenere con il suo povero fisico la furia del gelo. Invece anche una donna così anziana per la nostra burocrazia non merita un trattamento preferenziale. La norma “salva-Peppina” approvata dal Parlamento dovrebbe consentirle di rientrare nella casetta di legno, abusiva, fatta costruire dai familiari a San Martino, ma le procedure sono ancora in corso. Non ci sono parole per commentare quanto tali norme sembrino incrudelire nei confronti degli ultimi, dei bisognosi. In rete i commenti sono furibondi, tutti sono con nonna Peppina, ma gli insulti a uno Stato ingrato stanno fioccando di ora in ora. «Quando si lascia morire di freddo e di burcrazia una donna anziana, vuol dire che viviamo in uno Stato criminale”, un commento, per tutti, molto eloquente, dà la misura della rabbia che sta montando. L’inverno è ancora lungo.

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