Sabato fascista a Predappio: apre il museo sul Ventennio. E l’Anpi dichiara guerra

7 Dic 2017 16:33 - di Redazione

Il primo passo sarà fatto sabato, alle 15.30, con l’inaugurazione di una mostra nella casa del Duce seguita da un incontro al teatro comunale alle 16.30, nel corso del quale Marcello Flores, coordinatore del comitato scientifico, illustrerà il progetto Predappio. Progetto che, piaccia o no, approderà all’apertura di un museo del fascismo, con tanto di cimeli di Benito Mussolini, una Casa del Fascio a Predappio, paese natale del Duce, con un centro di documentazione sui totalitarismi del Novecento, sotto la direzione dello stesso Flores. È tutto pronto per l’avvio del progetto, avallato, nonostante la legge Fiano, anche dal sindaco del Pd. Non manca nulla, neanche le solite proteste dei partigiani, per bocca della solita Anpi, che ha già fatto sapere la propria “ferma contrarietà ad una iniziativa che rischia di configurarsi come celebrativa della dittatura fascista, seppure al di là dell’intenzione dei promotori. Già oggi Predappio è infatti meta di vergognosi pellegrinaggi nostalgici che sarebbero sicuramente favoriti e intensificati dal museo così come prospettato”.   Il sindaco di Predappio, Giorgio Frassinetti, non è però d’accordo e non ne vuol sapere di distruggere l’indotto turistico che gravita intorno ai “pellegrinaggi” dei sostenitori del Ventennio. Il “progetto Predappio” era stato presentato alla stampa internazionale in ottobre e sabato prossimo l’allestimento museografico sarà esplicitato con un percorso espositivo allestito nella casa natale Mussolini. “Da diversi anni l’amministrazione comunale ha avviato un percorso per mettere in risalto “la centralità della ricerca storica, contrapposta ad una visione idealizzata e politicamente strumentale della memoria, incline a ricorrenti tentazioni di mitizzare o rimuovere il passato”, spiega il sindaco. Ma i partigiani, statene certi, si faranno sentire in questo sabato “fascista”

Commenti

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  • Vier 30 Dicembre 2017

    L’anpi, bella trovata. Hanno da ridire su tutto, ma di partigiani non ce n’è più uno, e quelli “scomodi” sono morti senza un saluto dei “compagni”; mi riferisco ad A. T. partigiano istriano (categoria che sta molto sul ka alle zecche in questione) vissuto poi a Torino, morto e con quattro gatti al suo funerale. Quanto costa la tessera dell’anpi e che vantaggi dà?