Pornostar suicida: era accusata dalla lobby gay di non fare film con omosessuali

7 Dic 2017 19:06 - di Robert Perdicchi

“Omofobia”: questa l’accusa che era stata rivolta nelle ultime settimane alla pornostar canadese August Ames, al secolo Mercedes Grabowski, trovata morta nella sua casa di Camarillo, in California. A quanto pare si sarebbe suicidata: da tempo era depressa e aveva difficoltà a causa del suo rifiuto a girare film porno con attori omosessuali. Da qui l’accusa di omofobia.

La 23enne canadese, protagonista di 270 pellicole a luci rosse, la settimana scorsa aveva scritto un post su Twitter in cui dichiarava di essersi rifiutata di partecipare a delle riprese dopo aver appreso che il suo partner di scena in passato aveva girato film omosessuali. Temeva, forse, di poter contrarre l’Aids e per questo motivo la “lobby gay”, che negli States condiziona le produzione cinematografiche, anche quelle hard, l’aveva di fatto processata. «Non metto in pericolo il mio corpo. Non so cosa fanno nella loro vita privata». Da lì una valanga di insulti, minacce e note di sdegno.

Oggi che è morta suicida la star del porno australiano Madison Missina commenta: «Il bullismo all’interno dell’industria si è portato via un’altra vita».

Agli Oscar del porno del 2015, gli AVN Awards, era stata nominata come “Miglior nuova starlet”, mentre negli anni seguenti aveva sempre ricevuto nomination per “Performer femminile dell’anno”. Categoria per la quale era in corsa anche nell’edizione 2018, che si terrà a gennaio.

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