Muore a 21 anni a causa di un batterio sconosciuto: paese sconvolto

23 Dic 2017 10:08 - di Federica Argento

Morire a 21 anni è inaccettabile. Un batterio sconosciuto sul quale i sanitari stanno indagando, si portato via in poco più di 24 ore Enrico Azzini, di Fontaneto d’Agogna in provincia di Novara: aveva compiuto 21 anni ad agosto. Il paese è sconvolto. Tutti conoscevano Enrico, ragazzo educato, solare, generoso. Ha cominciato a stare male martedì sera- leggiamo sulla Stampa– : sembravano sintomi di una normale influenza, poi sono comparse delle macchie sospette in volto. Immediato il trasferimento in ambulanza dalla guardia medica di Borgomanero, dove ha pronunciato le ultime parole: «Mamma, stai tranquilla, vai pure fuori».  Il quadro clinico è parso subito disperato, sebbene non si trattasse di meningite. “Nella notte tra mercoledì e giovedì il decesso. Enrico lavorava a Cameri nel reparto assemblaggio degli F35 e si era diplomato nell’estate 2015 come perito meccanico all’Istituto Tecnico statale Leonardo Da Vinci di Borgomanero. La madre Anna è catechista in parrocchia, il padre Giovanni è stato assessore allo sport dal 2009 al 2014 e membro della Pro Loco, la sorella Elisa frequenta l’ultimo anno dell’Istituto alberghiero di Gattinara”. Una famiglia distrutta.

Una gravissima sepsi causata da pneumococco. Sembra essere questa, in base alle prime risultanze dell’autopsia, la causa della morte. «È stato davvero sfortunato, perché il batterio che l’ha colpito ne ha causato il decesso in brevissimo tempo», ha spiegato il dottor Aniello Esposito, direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl di Novara, dove il giovane è stato immediatamente trasferito. Scongiurato un caso di meningite, il batterio era in realtà molto più insidioso e letale. «Abbiamo valutato l’ipotesi di cominciare la profilassi su quanti avevano avuto contatti col giovane – spiega Esposito – una strada che abbiamo però abbandonato quando abbiamo scoperto che era stato colpito da una forma batterica. La sua morte è stata improvvisa, non c’è stato nulla da fare».

 

 

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