Grazie alla diplomazia di Putin Nordcorea e Stati Uniti si parleranno

9 Dic 2017 19:00 - di Antonio Pannullo

Forse una svolta nella difficile situazione asiatica che rischia di precipitare il mondo in una guerra nucleare. La Corea del Nord è disponibile ad avviare colloqui diretti con gli Stati Uniti, ha reso noto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha inoltrato un messaggio in questo senso di Pyongyang al segretario di Stato americano Rex Tillerson, nel loro incontro di venerdì a Vienna, e anticipato la disponibilità di Mosca a facilitare tali contatti. La portavoce del dipartimento di Stato Heather Nauert ha precisato che colloqui diretti con Pyongyang “non sono in programma fino a che non accettano di rinunciare al loro programma nucleare”. Ma due giorni fa l’inviato delle Nazioni Unite, l’ex diplomatico americano Jeffrey Feltman, era a Pyongyang per incontrare il ministro degli esteri nordcoreano Ri Yong-ho. “Sappiamo che la Corea del Nord vuole soprattutto discutere con gli Stati Uniti di garanzie per la sua sicurezza. Siamo disposti a sostenerlo, siamo disposti a partecipare agli sforzi per facilitare tali negoziati. I nostri colleghi americani, incluso Tillerson, ne sono stati informati”, ha dichiarato Lavrov a Vienna, dove prende parte alla riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi dell’Osce. I colloqui informali fra Stati Uniti e Corea del Nord, il “canale di New York” dell’inviato Usa per la Corea del Nord Joseph Yun, sono stati interrotti da Pyongyang dopo le minacce di Donald Trump all’Assemblea generale dell’Onu a settembre. La retorica sulla Corea del Nord tuttavia non si ammorbidisce. Pyongyang, ha dichiarato il capo del gruppo di amicizia con la Corea del Nord della Duma Anton Morozov, di ritorno da una missione a Pyongyang, è pronta a difendere a ogni costo la sua sovranità, anche durante i giochi di Pyeongchang (da cui la Russia è stata esclusa per doping). Morozov, citato dall’agenzia Interfax, ha anche denunciato il pericolo che gli Stati Uniti possano usare i giochi invernali per provocazioni simili a quelle organizzate durante i giochi di Pechino, quando la Georgia aveva fatto scattare la scintilla della guerra con l’Ossezia del sud.

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