Giustizia, nessuna pietà per Dell’Utri: il tribunale conferma il carcere

7 Dic 2017 19:01 - di Gigliola Bardi
dell'utri

Marcello Dell’Utri resta in carcere: il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di sospensione della pena per l’ex senatore, condannato a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. I legali di Dell’Utri avevano presentato la richiesta sulla base delle sue condizioni di salute: Dell’Utri è affetto da patologie cardiologiche e da un tumore.

L’avvocato di Dell’Utri: «È incredibile»

«È incredibile. Non ho letto il provvedimento, ma sicuramente sosterranno che le sue condizioni di salute sono compatibili con il regime carcerario. Ma non è così e oltretutto non va sottovalutato l’aspetto psicologico di una persona nelle sue condizioni e che si trova costretta in carcere»,  ha commenta all’Adnkronos l’avvocato Giuseppe Di Peri, aggiungendo che «a questo punto bisogna insistere per la fissazione di una trattazione davanti alla Corte europea». Per il legale «la strada da seguire è la stessa percorsa per Contrada per il quale la Corte dei diritti dell’uomo ha stabilito che non avrebbe dovuto esserci alcun processo, dato che il reato per il quale era stato condannato (concorso esterno in associazione mafiosa ndr) non era previsto al tempo dei fatti contestati». «Già ci hanno detto che non siamo fratelli minori di Contrada, ma comunque – ha concluso il legale – ci vorranno dei mesi».

«Un accanimento ulteriore rispetto alla detenzione»

Per la scarcerazione di Dell’Utri si erano spese numerose voci, anche di ambienti molto lontani da quello di provenienza del senatore. In particolare, i radicali avevano avvertito sul rischio che l’ex parlamentare pagasse lo scotto della propria notorietà, finendo per subire la malattia come «un accanimento ulteriore rispetto alla detenzione così come prevista dai canoni costituzionali, legali nazionali e internazionali». Proprio oggi, poi, in attesa del pronunciamento del Tribunale, il direttore del Dubbio, Piero Sansonetti, è tornato sull’argomento con un lungo editoriale fortemente polemico, nel quale sosteneva che se Dell’Utri non fosse stato scarcerato allora avrebbero fatto prima a «fucilarlo».

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