Gerusalemme, l’Anp pronta ad alzare la voce contro Trump all’Onu

18 Dic 2017 15:57 - di Redazione

Giornata cruciale all’Onu sul destino di Gerusalemme dopo la mossa di Donald Trump. Nelle prossime ore il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà la bozza di risoluzione presentata dall’Egitto per respingere la decisione annunciata il 6 dicembre dal presidente americano di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di volervi trasferire l’ambasciata di Washington. «Qualsiasi decisione e azione che si presume di aver alterato il carattere, lo status o la composizione demografica della Città santa di Gerusalemme non ha effetto legale, è nulla e deve essere revocata in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza», è scritto nella bozza di risoluzione. Nel documento viene anche chiesto di risolvere lo status di Gerusalemme attraverso i negoziati e di «respingere profondamente le recenti decisioni sullo status di Gerusalemme». Gli Stati Uniti non vengono mai menzionati.

Gerusalemme, l’Anp pronta a rivolgersi all’Onu

In attesa del verdetto l’Autorità nazionale palestinese (Anp) fa sapere l’intenzione di rivolgersi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite se gli Stati Uniti porranno il veto sulla bozza di risoluzione presentata dall’Egitto. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Malki in un comunicato ufficiale. Il progetto di risoluzione, che è contenuto in una sola pagina, non fa alcun riferimento alla decisione presa una decina di giorni fa da Trump, che ha scatenato un’ondata di proteste in tutto il mondo. Dal canto suo, il capo della diplomazia palestinese ha rivelato in un comunicato che «alcuni paesi hanno cercato di modificare la forma della risoluzione, di cancellarne alcuni elementi o di rimandare il voto». Tuttavia – ha aggiunto Malki–«noi puntiamo sul fatto che la maggioranza dei Paesi rispettano gli standard del diritto internazionale e i principi della Carta dell’Onu che regolano il lavoro del Consiglio di Sicurezza, e questo significa che otterremo 14 voti a favore del progetto di risoluzione». Se poi gli Stati Uniti dovessero utilizzare il veto, «noi ci rivolgeremo all’Assemblea generale dell’Onu, alla quale chiederemo una riunione d’emergenza in virtù della risoluzione 377 “Uniti per la pace” per chiedere ai Paesi membri dell’Assemblea di votare lo stesso progetto di risoluzione. Qui gli Stati Uniti non potranno utilizzare la prerogativa del veto».

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