Case popolari, la beffa: tra due anni i migranti ne avranno più degli italiani

28 Dic 2017 14:13 - di Guglielmo Federici

“Nel futuro prossimo, ci potrebbe essere il sorpasso dei migranti sugli italiani. Quel che è certo è che, tra un paio di anni, nelle case Acer vivranno italiani e stranieri al 50%. Già ora – osserva il trend è il presidente dell’Acer, Alessandro Alberani–  la graduatoria 2017 si è chiusa, per la prima volta, con una maggioranza di domande presentate da stranieri, in particolare extra U”.  Una notizia che leggiamo sul Resto del Carlino. Che i migranti facciano da tempo la parte del leone nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica non è una novità. Ma tra qualche anno, a Bologna, gli inquilini delle case popolari potrebbero essere in maggioranza stranieri, come anticipa l’analisi del quotidiano bolognese.

“Su 4.354 domande presentate nel 2017 all’Azienda Casa Emilia-Romagna (Acer), 2.224 sono arrivate, infatti, da cittadini provenienti da Paesi extracomunitari e 407 da stranieri originari dei Paesi Ue. Il trend  non è destinato ad invertirsi, anzi. Se oggi l’82 per cento degli alloggi sono assegnati a famiglie italiane, tra qualche anno la percentuale potrebbe scendere drasticamente. Secondo il presidente Alberani, entro un biennio, almeno un occupante su due sarà straniero. Da qui al “sorpasso” sugli italiani nelle assegnazioni, il passo è breve, assicura il capo dell’azienda.

“Non si possono sgozzare vitelli in garage per il ramadan”

Secondo i dati riportati dal quotidiano bolognese, prendendo in considerazione i singoli componenti di ogni nucleo familiare, già attualmente un residente su tre risulta essere di origine straniera.  Alberani si dice d’accordo con la proposta della Lega di stringere i controlli sui beni all’estero degli assegnatari Erp. «E’ un’idea che ci sta da un punto di vista di giustizia sociale, ma è poco applicabile da un punto di vista concreto, perché manca la bilateralità con certi Paesi. Ma per lui il vero problema è un altro: l’integrazione. «L’integrazione non va sottovalutata» perché la presenza degli stranieri «ha modificato anche i rapporti tra i condomini. Ci sono modalità di convivenza di un certo tipo e le regole vanno spiegate in un certo modo». Per esempio, «ad alcuni va detto che non si può cucinare sul terrazzo, come fanno nel loro Paese. Ad altri, invece, che non è consentito sgozzare il vitello in garage per il ramadan, perché ci sono regole igienico-sanitarie da rispettare». Insomma «il mix sociale può essere la chiave di volta. Non si possono mettere tre casi sociali vicini sullo stesso piano in un edificio, altrimenti si crea una polveriera». Già. Come fare allora per prepararsi al “sorpasso”? L’azienda ha deciso di inaugurare un apposito corso di formazione per 29 accertatori Erp che saranno incaricati di vigilare sulle abitudini degli inquilini e punire chi non si adegua al regolamento.

Commenti

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  • Fedeerico Covella 31 Dicembre 2017

    Mi/ci auguriamo che entro due anni tutti gli immigrati vengano nuovamente riscaricati a mare, vicinissimi alle coste africane naturalmente, muniti di salvagente. E non vederli mai piu’ da ste parti, se non come turisti paganti, con biglietto di ritorno. “Ma vara ti dove semo rivai!”