«Animale, vergognati», furia Asia Argento su Luxuria a #Cartabianca (video)

13 Dic 2017 12:51 - di Redazione

Botta e risposta al vetriolo tra Asia Argento  e Vladimir Luxuria, entrambe ospiti martedì sera a ‘Carta bianca’ per affrontare il tema delle molestie sessuali nel mondo del cinema, a partire dal caso Weinstein. “Alla storia di Asia, non riesco a credere“, ha detto la militante per i diritti Lgbt, provocando così la reazione dell’attrice e regista, tornata nella trasmissione condotta da Bianca Berlinguer per confrontarsi con chi l’ha attaccata dopo aver denunciato le molestie del produttore hollywoodiano.

Luxuria alla Argento: “Racconti baggianate”

“Non si fanno le denunce con gli psicodrammi, le denunce si fanno in Questura – ha sottolineato Luxuria – non raccontando la storia in un film” ha detto ancora, rispondendo all’attrice che ha parlato di rivincita personale grazie a un film in cui ha interpretato la parte di una donna stuprata”. “Basta una sola storia per togliere credibilità a un tema così importante” ha poi incalzato Luxuria , alla quale Asia Argento ha replicato: “Vuoi delegittimare persino la mia violenza sessuale?”. La discussione è degenerata quando Luxuria ha sottolineato: “Quando una prima acconsente e poi se ne pente allora sì che togli credibilità alle storie delle donne che veramente vengono violentate. Tu avresti potuto dire di no, non eri in una villa isolata, lui stava in un albergo. Te ne potevi andare“. A quel punto Asia Argento ha perso le staffe: “Continui a dire che l’ho voluto, Dio mio! Ma che persona sei? – ha detto -. Sei un animale, non sei una persona, vergognati“. “Non mi vergogno – ha replicato Luxuria – vergognati tu di raccontare delle baggianate“. A quel punto Asia Argento si è rivolta a Bianca Berlinguer rimarcando: “Ma tu mi hai portata qui dicendomi che quella era la più civile di tutte”. Per calmare le acque è allora intervenuta la giornalista: “Denunciare una violenza non è così semplice – ha detto Berlinguer – Non c’è il bianco e il nero ma delle sfumature importanti. Credo che nessuno di noi possa ergersi a giudice dicendo ‘ah, l’ha fatto, se ne poteva pentire”.

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