Vaccini, bocciato il ricorso di Zaia. La Consulta: la decisione è dello Stato

22 Nov 2017 15:54 - di Redazione

“No” secco della Consulta alla questione di legittimità costituzionale presentata dalla regione Veneto guidata da Luigi Zaia in merito all’obbligatorietà delle vaccinazioni per i minori di 16 anni contenuta nel decreto 73 del 2017, poi convertito nella legge n° 119/2017. La Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate tutte le questioni prospettate. Il contenzioso tra Stato centrale e Veneto dura da almeno dieci anni. Come infatti si ricorderà, una legge regionale del 2007 decise di sospendere l’obbligatorietà dei vaccini pediatrici in quella regione.

Nel 2007 il Veneto sospese l’obbligatorietà dei vaccini

Il ricorso appena bocciato dai giudici delle leggi è conseguenza di quella scelta. Il consiglio regionale, infatti, nel sospendere l’obbligatorietà delle vaccinazioni, con la stessa legge, aveva introdotto un sistema di prevenzione delle malattie infettive basato solo sulla persuasione. Secondo i giudici costituzionali, le misure in questione rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale. Questa scelta – sostiene la Consulta – non è irragionevole in quanto finalizzata a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie anche attraverso il ricorso ai vaccini.

La funzione dei «Lea»

A orientare la decisione della Corte hanno contribuito anche altre circostanze, a cominciare dal fatto che tutte i vaccini resi obbligatori erano già previsti e raccomandati nei piani nazionali di vaccinazione e finanziate dallo Stato nell’ambito dei cosiddetti Lea (Livelli essenziali di assistenza sanitaria). In più, il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali. È stato inoltre considerato che la legge di conversione ha modificato il decreto legge riducendo sensibilmente le sanzioni amministrative pecuniarie e prevedendo che, in ogni caso, debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie allo scopo di favorire un’adesione consapevole e informata al programma vaccinale. Infine, le mancate vaccinazioni non comportano l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati.

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