Taxi fermi in tutta Italia. Gasparri: “Il governo penalizza i più deboli”

21 Nov 2017 14:20 - di Carlo Marini

Taxi fermi e disagi in tutta Italia, nella giornata di mobilitazione nazionale dopo gli incontri falliti della categoria con il governo. Anche a Milano l’adesione è alta: in stazione Centrale cun piccolo presidio ha distribuito volantini per spiegare la motivazione della astensione. Emilio Boccalini, presidente di Taxiblu 02.4040, sottolinea che la categoria, in modo unitario, «ha deciso di mantenere le previste iniziative di protesta che interesseranno anche Milano e che culmineranno con la manifestazione nazionale e il presidio autorizzato a Porta Pia a Roma. Non è – dice in una nota – nostra intenzione creare disagi. Faremo di tutto per evitare eccessivi disservizi, ma per ora continua ad essere insostenibile e incomprensibile la situazione in cui vige l’attuale normativa del settore taxi». Secondo Boccalini, «le posizioni del governo sono ancora sbilanciate a favore del noleggio con conducente e delle multinazionali che intendono sfruttare il lavoro altrui attraverso un “caporalato tecnologico” mentre a noi tassisti continuano a permanere tutti gli oneri tipici del servizio pubblico».

Gasparri: “Sui taxi Calenda torni indietro”

«Anche con i taxi, come per altre categorie, il governo e il ministro Calenda continuano a fare la voce forte mortificando i lavoratori. Dopo ambulanti e balneari, il governo ignora le richieste della categoria per aprire il mercato ai grandi colossi e penalizzare ulteriormente i piccoli lavoratori». Lo dichiara Maurizio Gasparri. «Lo sciopero di oggi – aggiunge – che sta creando problemi alla circolazione in molte città, è solo la legittima protesta di una categoria che da anni chiede regole chiare e condivise e che invece vede il governo aprire a dinamiche che rischiano di deregolamentare il servizio pubblico non di linea penalizzando esclusivamente i tassisti». «Anche oggi, come sempre – prosegue – sostengo le ragioni della categoria ritenendo che le innovazioni tecnologiche sono necessarie per permettere un servizio di mobilità moderno e adeguato ai tempi e alle esigenze degli utenti, ma questo non deve necessariamente aprire il mercato a favore delle grandi multinazionali. Il governo torni indietro e riapra un tavolo di confronto con i tassisti per trovare una soluzione a vantaggio di operatori e utenti».

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