Stragi di Parigi, la notte più buia d’Europa 2 anni dopo: impossibile dimenticare

12 Nov 2017 13:31 - di Lara Rastellino

Stragi di Parigi, la notte più buia d’Europa due anni dopo. Un massacro che in quel 13 novembre del 2015 non aveva ancora precedenti e che ha segnato un’epoca aggiornata al terrore jihadista, all’orrore riverberato in europa fin dai lontani fronti siriani e iracheni, e che nel tempo si sarebbe nutrito del sangue di altri innocenti: quelli di Bruxelles, Berlino, Londra, Manchester, Stoccolma.

Stragi di Parigi due anni dopo

E allora, dal Bataclan parigino al concerto di Ariana Grande a Manchester, passando per l’aeroporto e la metropolitana di Bruxelles, senza contare i lupi solitari che hanno agito solo pochi giorni a New York come a San Pietroburgo, impossibile anche solo contare i morti. Le stragi. Riassumere lo strazio. Il dolore. Ricordare e raccontare lo sgomento. Quella sequenza incredibile di agguati e ferocia, di terrore e morte: la bomba allo Stade de France, i colpi di mitra per i ristaranti della Ville Lumiere; la strage al Bataclan dove è morta anche la nostra Valeria Solesin. Un disegno lucido, una ferocia imprevedibile, un orrore che anbcora riescheggia nell’aria come i colpi esplosi deflagrati quel terribile venerdì 13 novembre di due anni fa.

Dolore e rabbia restano indelebili

Impossibile cancellare dalla memoria e dall’immaginario collettivo quelle sequenze rimbalzate a lungo sul web, in tv, di corpi straziati inermi sul terreno, di gente in fuga terrorizzata e pronta a calarsi dalle finestre, a sfidare il buio e la morte in disperate fughe verso qualunque altro posto in grado di garantire la salvezza. E allora, simbolicamente la riapertura del Bataclan, toma di decine e decine di persone – ne sono state uccise 130 solo lì –  c’è stata con il concerto di Sting il 12 novembre 2016, alla vigilia del primo anniversario degli attacchi che hanno colpito Parigi e lo Stade de France. Ma solo ora, a due anni dalla strage del 13 novembre del 2015 che sparse tanto sangue innocente, il Bataclan ha terminato la sua convalescenza e ha ripreso vita ospitando vari artisti tra cui Francesco De Gregori, che si è esibito appena lo scorso 20 ottobre. eppure quel palco, quelle mura, quel pavimento, quelle quinte, grondano una memoria di morte, di strazio, di sgomento e indignazione, che nessun concerto, nessuna esibizione, nessun ritorno alla vita potrà mai cancellare del tutto.

E a teatro arriva “Non avrete il mio odio”

Neppure il romanzo del giornalista francese Antoine Leiris, che quella terribile notte del 13 novembre perse la moglie, Hélène, morta nell’attentato al Bataclan. Oggi il ricordo di quella paura, di quello strazio, di quella terribile notte di attesa e di sconcerto, sono diventati uno spettacolo teatrale. A metterlo in scena, fino a sabato, sarà il Teatro Liberté di Tolone, in occasione dell’anniversario delle stragi di Parigi. Lo spettacolo, che registra già il tutto esaurito, sarà poi a Parigi dal 14 novembre al 10 dicembre presso il Teatro Rond Point. Sconfitto dalla perdita, Leiris sostiene di aver avuto solo un’arma in pugno: la sua penna. “Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio”, aveva scritto in una lettera all’indomani dell’eccidio al Bataclan, poi pubblicato sui social network. Un post pieno di dolore ma non di disperazione, perché nemmeno l’odio viene concesso alle “anime morte”, che si trasforma poi in un libro omonimo (Non avrete il mio odio, ed. Corbaccio) in cui il giornalista racconta come, nonostante tutto, la vita deve continuare. Senza dimenticare.

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