Spazio: ecco l’asteroide Oumuamua, il primo “messaggero” interstellare (video)

21 Nov 2017 18:16 - di Redazione

È il primo asteroide interstellare, è arrivato da lontanissimo, da uno spazio al di fuori del nostro sistema solare e forse il suo viaggio fino a noi è durato milioni di anni. Si chiama Oumuamua il misterioso corpo celeste avvistato dagli scienziati, che sta già per terminare l’inatteso rendezvous a distanza con la nostra fetta di cielo.

Il “messaggero” avvistato alle Hawaii

Oumuamua è stato avvistato da un team di scienziati dell’Istituto di Astronomia dell’Università delle Hawaii e, secondo l’affascinante studio pubblicato su Nature da Karen Meech e dai suoi colleghi, dopo essersi avvicinato al Sole, sta per tornarsene nelle profondità dell’universo. L’asteroide Oumuamua, nome hawaiano che significa “messaggero”, ha una «forma allungata simile a un grande sigaro» di circa 800 metri di lunghezza, scrivono i ricercatori, ed è arrivato nel nostro sistema solare alla velocità di oltre 95mila chilometri orari. Secondo gli scienziati, inoltre, entro i prossimi due anni affiancherà i grandi pianeti del nostro sistema solare per poi lasciarci continuando la sua corsa nello spazio.

La traiettoria di Oumuamua

Oumuamua è stato osservato la prima volta a ottobre scorso. Gli astronomi hanno intercettato grazie al telescopio Pan-Starss 1 che si trova alle Hawaii, un piccolo puntino luminoso, ma solo dopo più osservazioni hanno capito che si spostava rapidamente verso ovest attraverso il nostro sistema solare, con la traiettoria orbitale che indica «un’origine extrasolare». L’asteroide è di colore rosso e ha una superficie simile alle comete o a corpi celesti presenti nel nostro sistema solare, hanno riferito ancora Karen Meech e i suoi colleghi che hanno classificato il “messaggero celeste” come «asteroide interstellare 1I/2017 U1», dove la “I” indica proprio «interstellare». Ora si trova ad una distanza di circa 200 milioni di chilometri da noi, ma sta già allontanandosi correndo, secondo le osservazioni dei primi di novembre, all’iperbolica velocità di 140mila chilometri verso Marte che ha appena superato, mentre il prossimo anno dovrebbe raggiungere anche Giove.

 

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