Pure Renzi lo ammette: ci voleva Berlusconi per fermare Grillo e i suoi

8 Nov 2017 13:09 - di Gioacchino Rossello

Dunque, dice Renzi, ci voleva Berlusconi. Ci voleva tutta la tigna e tutto l’entusiasmo di cui è capace il Cavaliere per fermare Grillo e i suoi in Sicilia. E che ad ammetterlo (seppur sottovoce, ma subito ripreso da Yoda sul Giornale) sia proprio il segretario piddino, è un ennesimo segnale. È addirittura il certificato, la firma, il timbro – chiamatelo come vi pare – sulla riacquistata centralità dell’ex presidente del Consiglio. Uno che hanno cacciato, con un sopruso, dal Palazzo e che, alla faccia di tutti quanti loro, adesso è ancora non solo vivo e vegeto, ma protagonista. Renzi lo sa. E sa pure che anche per le prossime elezioni politiche Silvio Berlusconi sarà in campo. Col placet o meno della Corte di giustizia europea, col via libera o meno di Strasburgo, il leader di Forza Italia parteciperà alla imminente competizione elettorale cercando, ancora una volta, il contatto e il consenso di milioni di concittadini. Ma Renzi sa pure che non sarà più lui il coprotagonista. Sa che il suo Pd e la sinistra di quegli altri che l’hanno mollato, giocheranno una partita residuale. Che saranno marginali nel confronto scontro che – al contrario – sarà catalizzato dal centrodenstra di Berlusconi e dall’armata grillina. Saranno loro a marzo del prossimo anno (o a maggio, se prenderanno tempo) a contendersi la guida del Paese. Cinquestelle contro centrodestra. E nient’altro. E sarà quindi la capacità di presentare programmi credibili e soluzioni rapide ed adeguate a fare la differenza. Sarà la competizione della concretezza e della capacità di lavoro contro il cupio dissolvi di chi sa dire solo dei “Vaffa”. Speranza e competenza contro negazione e pressappochismo. Renzi lo sa. E a qualche amico l’ha già confessato. Perchè è vero: se non ci fosse, Berlusconi bisognerebbe inventarlo!

 

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