Meloni: rifare An? Sì, senza l’epilogo Tulliani. E piange per Musumeci (video)

7 Nov 2017 11:54 - di Redazione

Il giorno dopo una vittoria così importante per la destra italiana, sul palcoscenico c’è Giorgia. Già, perché Giorgia Meloni si considera la vincente numero due dopo il vincente numero uno che è, logicamente, Nello Musumeci. E lei, la leader di FdI, spiega al Fatto il motivo: “Io ho fatto il nome di Musumeci quando gli altri non credevano in lui”. E poi ci tiene a sottolineare che con il candidato preferito da Berlusconi, Armao, il centrodestra sarebbe andato a sbattere.

Ora, insiste Meloni, il centrodestra è l’unico polo che può battere i Cinquestelle. Più che una “condanna” a stare tutti insieme, la leader di FdI la vede come una scelta strategica di responsabilità politica, inevitabile: “Tra il moderatismo di Berlusconi – dice al Fatto –  e la radicalità della Lega ho una terza via: il sovranismo di governo”.

Fin qui, il commento al dato politico.  Ma Meloni si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: “Io sono stata sempre sottovalutata – osserva in un’intervista a La Stampa – bistrattata, perché sono donna, perché sono nata politicamente dalla parte sbagliata. Sono stata accusata di dividere il centrodestra quando mi sono candidata a Roma contro Marchini ma poi ho sfiorato il ballottaggio… dicevano la stessa cosa quando mi sono impuntata sulla candidatura di Musumeci e Nello ha vinto. Vorrei che si desse più retta a quello che diciamo”.

Una vittoria, quella siciliana, che è anche una boccata d’ossigeno per una destra che fatica a ricompattarsi dopo le lacerazioni del passato. Musumeci può diventare il simbolo di una futura rinascita. Giorgia Meloni ne è convinta: “E’ evidente che Musumeci viene da una comunità di destra che sta rinascendo”. Sarà una nuova An? “Stiamo lavorando – risponde Meloni – per ricostruire una destra forte come era An ma senza l’epilogo Tulliani”.

 

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