Malasanità anche al Nord: paziente morì per uno scambio di provette

11 Nov 2017 14:11 - di Antonio Pannullo

Una morte incredibile quella del bellunese Alberto Giacobbi, 76 anni, deceduto per uno scambio di provette per un caso di omonimia. Ora sul banco degli imputati, come riporta il Gazzettino, nel processo in corso a Belluno, ci sono 4 medici dell’ospedale di Pieve del Cadore, accusati di omicidio colposo. Il caso avvenne il 9 maggio 2014 nel reparto di Medicina. Giacobbi morì quasi un mese dopo il ricovero per una lombosciatalgia. Le condizioni del paziente si aggravarono, perché, come riferito dalla figlia di Giacobbi, ”per un’omonimia, la terapia anticoagulante era troppo leggera perché era stata calibrata su una persona che aveva un problema più lieve”. Dichiarazioni che troverebbero conferma da parte del dirigente medico dell’Usl 1, Raffaele Zanella, il quale in aula ha riferito che un medico gli disse “che c’era stato uno scambio di prelievi” e che per questo aveva “ritenuto di procedere alla segnalazione all’autorità giudiziaria, chiamando i carabinieri”.

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