Lo scioglimento dei Forestali: il provvedimento più insensato di Renzi

7 Nov 2017 19:30 - di Giancarlo Cremonini

Uno dei provvedimenti più disastrosi, più vergognosi e più insensati tra i tanti messi in campo del governo Renzi nei suoi mille giorni di potere, è stato senza dubbio alcuno lo scioglimento del glorioso corpo della Guardia Forestale dello Stato e la assurda e illogica unificazione con l’Arma dei carabinieri, le cui conseguenze devastanti abbiamo sperimentato sulla pelle della natura, degli animali e delle popolazioni in questo anno che ha visto l’Italia divorata dagli incendi. Il Corpo Forestale dello Stato, uno dei più antichi Corpi di Polizia italiana, era un fiore all’occhiello della nostra nazione. Dotato di altissima professionalità e di lunghissima e consolidata esperienza nella gestione e salvaguardia dell’ambiente. Un Corpo benemerito, che nel corso dei decenni aveva conquistato la fiducia e l’affetto della nazione, tanto è vero che in un sondaggio risultava in testa nei gradimenti tra tutti i Corpi di polizia. Il Corpo, inoltre, svolgeva importanti compiti nella salvaguardia della fauna selvatica ma anche nella repressione del maltrattamento verso gli animali domestici, di allevamento e da circo. Insomma, una organizzazione veramente efficiente che svolgeva con pienezza di risultati e sicuro successo compiti importanti e graditi al popolo italiano . Tutto è finito drammaticamente con il governo Renzi il quale, con l’appoggio del ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e del Capo della Forestale Patrone (un politico di lungo corso) con decisione che non esiterei a definire desvastante, ha deciso di sciogliere il Corpo – disperdendone in tal modo il patrimonio di esperienza e professionalità- e di transitare lo stesso nell’Arma dei Carabinieri. Questa decisione appare folle solo se si consideri che la Forestale era un Corpo ad ordinamento civile mentre i Carabinieri sono un Arma a ordinamento militare. Il transito, pertanto, ha comportato la militarizzazione coatta dei membri della Forestale che d’autorità e senza poter dire nulla in merito si sono ritrovati a vestire le stellette e a essere sottoposti alla disciplina e al Codice Penale Militare. Immaginate se un simile provvedimento fosse stato adotatto da un governo di centro destra. La sinistra avrebbe gridato al golpe, alla violazione dei diritti civili e sindacali, al colpo di mano ditattoriale. Ed invece, visto che il colpo di mano lo aveva fatto Renzi, tutti hanno taciuto facendo finta di non vedere che il transito nell’Arma comportava, fra le altre cose, lo scioglimento dei sindacati del Corpo Forestale e la perdita di molti diritti connessi allo status civile dei suoi membri. E i “soloni” con la coscienza double-face della sinistra hanno anche fatto finta di non vedere che tale provvedimento costituiva un precedente pericoloso che potrebbe essere utilizzato in futuro per militarizzare la Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco o la Polizia Penitenziaria. E questa militarizzazione forzata della Forestale avveniva mentre la Comunità europea aveva più e più volte chiarito che le forze di polizia devono essere a ordinamento civile e non militare. Direttiva questa già ottemperata dalla Francia e dalla Spagna. Il risultato del cervellotico provvedimento Renziano è che oggi l’Italia è l’unico Paese del mondo in cui la polizia ambientale dipende dal ministero della Difesa, una cosa veramente folle e incomprensibile, e che l’ambiente non è tutelato più in modo soddisfacente. Come detto il 2017 è stato l’anno record degli incendi boschivi, ma anche nel campo della prevenzione del bracconaggio e della difesa delle specie protette i risultati sono stati terribili. I lupi continuano ad essere uccisi ed inchiodati alle fermate dei bus senza che si riesca mai a trovare i responsabili mentre specie ad alto rischio come gli orsi marsicani, la lince ed i rapaci sono sempre più minacciate. In un momento storico in cui in tutto il mondo civilizzato si adottano misure sempre più severe ed incisive per la protezione della natura, della flora e della fauna, il governo Renzi si è macchiato di un provvedimento che sta gravemente danneggiando la conservazione dell’ambiente naturale del nostro Paese. Tutto ciò alla faccia del passato ambientalista del Pd e della sinistra che, come al solito, quando è al governo fa esattamente l’opposto di quello che predicava quando era alla opposizione. La speranza è che il centro destra, dopo la vittoria alle elezioni, annulli questo provvedimento e riporti in vita il Corpo Forestale che certo non meritava la fine inglosiosa che Renzi ha decretato.

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