Immigrati, Europa, clima: così Angela Merkel è stata messa all’angolo

20 Nov 2017 16:25 - di Redazione

Il ricongiungimento familiare per i richiedenti l’asilo e la strategia per far fronte ai cambiamenti climatici: sono due tra i principali nodi che hanno impedito in Germania a Cdu/Csu, Verdi e Fdp di arrivare a un accordo base, dal quale iniziare le vere e proprie consultazioni per la nascita di un governo a tre (la cosiddetta coalizione Giamaica, dai colori della bandiera giamaicana e dei partiti in questione, verde, giallo e nero), che per la prima volta avrebbe governato a livello federale. Un fallimento per il quale Angela Merkel non ha nascosto la propria delusione.

La coalizione Giamaica si arena su Ue e immigrazione

Sono quattro, in particolare, i temi che nel corso dei colloqui svolti dopo il voto sono stati oggetto delle maggiori controversie. Il primo è l’immigrazione: si è trattato di uno dei punti più complessi da affrontare e che ha visto contrapporsi idee diverse, dal tetto ai nuovi arrivi (richiesta da sempre sostenuta dalla Csu bavarese) al ripristino immediato del programma di ricongiungimento familiare per i richiedenti asilo, sospeso fino al prossimo marzo, chierso con forza dai Verdi, alla necessità di gestire la politica migratoria solo attraverso una nuova legge, sostenuta dai Liberali. Altro tema caldissimo è stato l’Unione europea: la Csu, sorella bavarese della Cdu di Merkel, insisteva per cancellare i negoziati di adesione con la Turchia. I Verdi erano contrari ed erano favorevoli ad un congelamento del processo. I partiti non hanno trovato l’accordo neanche in materia di salvataggi finanziari della Ue a favore di paesi membri in difficoltà economiche.

Angela Merkel isolata anche su clima e inquinamento

C’è poi il nodo clima: c’era l’accordo generale sull’impegno assunto dalla Germania a livello internazionale per attenersi a quanto prescritto nello storico Accordo di Parigi del 2015. Ma l’intesa è mancata sul modo in cui il Paese dovrà ridurre le emissioni di diossido di carbonio entro il 2020. Riconosciuta la necessità di ridurre la produzione energetica a partire dal carbone, non si è arrivati a determinare in che misura andrà fatto né come affrontare la riconversione delle zona minerarie coinvolte nel provvedimento. Infine il tema dell’inquinamento: l’Unione che fa capo a Angela Merkel era contraria a fissare una data limite per la circolazione dei veicoli con motore a combustione, altamente contaminanti. Una posizione in contrasto con la pretesa dei Verdi, sostenitori di una maggiore regolamentazione in questo ambito e della necessità di imporre blocchi nella circolazione in città per quelle auto responsabili di emissioni inquinanti.

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