Weinstein voleva un rapporto a tre: anche Cara Delavigne vittima di molestie

12 Ott 2017 14:12 - di Redazione

“Non vergognarti della tua storia, ispirerà altre persone”: inizia così il post su Instagram di Cara Delevigne, attrice e modella britannica, testimonial di marchi come Burberry, Fendi e Chanel. Dopo le prime rivelazioni pubblicate dal New York Times sulle molestie a diverse donne del produttore americano Harvey Weinstein si susseguono i racconti di donne famose che testimoniano gli abusi di cui sarebbero state vittime. 

Dopo Asia Argento è la volta di Cara Delavigne: “Quando ho cominciato a lavorare come attrice ho ricevuto una telefonata da Harvey Weinstein che mi chiese se avevo avuto rapporti sessuali con una delle donne con cui uscivo secondo i giornali -ha scritto – Fu una telefonata molto strana e fastidiosa… Non ho risposto alle sue domande e ho cercato di mettere giù il prima possibile, ma prima che potessi farlo mi disse che se ero omosessuale o che se avessi deciso di avere una relazione pubblica con una donna, non avrei mai ottenuto un ruolo di donna eterosessuale o non ce l’avrei mai fatta come attrice a Hollywood”.

Un paio di anni dopo i due si sono anche incontrati in un hotel: “C’era anche un regista e dovevamo parlare di un film che doveva uscire. Il regista se n’è andato e Harvey mi ha chiesto di rimanere per chiacchierare. Non appena siamo rimasti soli ha iniziato a parlare di tutte le attrici con cui è andato a letto e come lui abbia costruito la loro carriera. Diceva tante cose inappropriate di natura sessuale. Poi mi ha invitato nella sua camera. Ho prontamente rifiutato e ho chiesto alla sua assistente se la mia macchina fosse pronta. Lei ha risposto di no e che non sarà pronta per un po’ e che dovrei andare in camera con lui. In quel momento mi sentivo molto impotente e spaventata, ma non volevo darlo e vedere. Speravo di sbagliarmi sulla situazione. Quando sono entrata in camera sua mi sono sentita sollevata nel trovare un’altra donna, e ho pensato subito di essere al sicuro. Ci ha chiesto di baciarci e lei ha iniziato a provarci con me sotto sue indicazioni. Io mi alzai in fretta e gli chiesi se sapeva che so cantare. Iniziai a cantare, pensai che avrebbe migliorato la situazione, che l’avrebbe resa più professionale, come a un provino. Ero molto nervosa”.
 
“Dopo aver cantato dissi di nuovo che dovevo andarmene. Mi accompagnò alla porta, ci si mise davanti e cercò di baciarmi sulla bocca – è la conclusione del racconto – Lo fermai e riuscii a uscire dalla stanza. Ottenni comunque la parte per quel film e ho sempre pensato che me la diede per quello che successe. Da allora mi sono sempre sentita male per aver fatto quel film. Ho sempre sentito di non essermi meritata quella parte. Ero così esitante a parlare di questa cosa… non volevo ferire la sua famiglia. Mi sentivo colpevole come se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Avevo anche paura che cose di questo tipo fossero successe a tante altre donne di mia conoscenza ma che nessuno avesse parlato per la paura”.

 

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