Sempre più duro lo scontro governo-Pd. Calenda a testa bassa contro Renzi

20 Ott 2017 13:39 - di Gabriele Alberti

La tensione tra Matteo Renzi e il governo si amplifica di ora in ora. La controversa mozione sui vertici di Bankitalia attira le ire anche del ministro Calenda, che usa termini affilati contro l’ex premier e segretario Pd: «Se la mozione Pd ‘anti-Visco’ è stata “una leggerezza” o “un incidente, può succedere, chiudiamola lì, ma se fosse una strategia sarebbe gravissimo».  Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda si è espresso Repubblica Tv sull’ipotesi – non tanto remota- che l’iniziativa del segretario Pd Matteo Renzi contro il governatore di Bankitalia risponda a motivi elettorali cavalcando temi populisti cari a M5S.«Non si può vincere inseguendo i 5 Stelle, è pericoloso», taglia corto Calenda, spiegando che il Paese è ancora esposto alle incertezze, che «la crisi non è del tutto alle spalle». E’ severo il giudizio, incui si ravvisa una buona dose di irresponsabilità di azzardo.

Calenda: “Da Renzi errori nella forma e nella sostanza»

Sibila  ancora il ministro Calenda: «Nel preservare istituzioni il ‘come’ è sostanza e non forma. L’idea di una mozione, che non ha precedenti, è il modo più sbagliato». Prosegue il suo ragionamento: «Il segretario Pd ha tutto il diritto di fare le sue critiche ma nelle sedi opportune preservando la forza e l’autonomia dell’istituzione» e «preservando il governo». Ecco perché «penso che ci possa essere stata una leggerezza, non credo che ci fosse un disegno di indebolimento del governo, che peraltro deve completare delle cose e mettere in sicurezza il paese nella fase compresa tra la campagna elettorale e la formazione del nuovo esecutivo».

«Prima rientra l’incidente e meglio è»

Per Calenda «prima rientra questo incidente e meglio è per il Paese perché il ruolo di Bankitalia non è solo interno, ma anche e soprattutto esterno e connesso alla Bce». L’Italia ha davanti «partite molto complicate, come quella su come verranno calcolati i crediti deteriorati delle nostre banche: se passa un criterio restrittivo, le imprese e le famiglie faranno fatica ad attingere al credito. Questa è una battaglia da fare in sede europea e Bankitalia la deve condurre in quella sede. Per questo, ne vanno preservate indipendenza e autonomia», ha  sottolineato ancora Calenda.

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