Quella strana (e segreta) missione della Boschi in Canada pagata con soldi pubblici

26 Ott 2017 14:55 - di Adriana De Conto
boschi bankitalia

I guai per Maria Elena Boschi non finiscono mai. Scoppia un altro caso. Stavolta non è colpa del papà, ma tutta sua e di un poco, anzi per nulla chiaro viaggio in Canada, “in missione” per tessere relazioni,  che sta imbarazzando non poco Pd e governo. Un viaggio pagato con soldi pubblici, senza che questo tour avesse i connotati dell’impegno istituzionale. Se ne è occupato per primo Il Fatto quotidiano che ha scovato la notizia ripresa da tutti i media e siti online. Alla sottosegretaria Maria Elena Boschi  piace mettersi nei guai. Lo strano viaggio risale a settembre. Il Fatto segnala che la Boschi è intervenuta a un seminario politico spacciandolo per impegno istituzionale: sarebbe volata a Montreal solo per tessere relazioni. Stando a quanto scrive Carlo Tecce la vicenda emerge da una fattura di un fotografo da saldare trasmessa dall’ambasciata d’Italia di Ottawa per un servizio fotografico da oltre mille euro. A contare non sarebbe tanto l’entità del compenso da versare, ma l’imprudenza e la disinvoltura con cui la Boschi confonderebbe le missioni con le trasferte politiche.

Non c’è traccia sui media della missione Boschi

Cosa è andata a fare la Boschi in Canada? La sottosegretaria era volata oltreoceano per intervenire al Global Progress, un seminario di matrice riformista di centrosinistra organizzato da diversi centri studi. Insomma, un impegno di partito per rinsaldare alleanze con le sinistre omologhe al pd: ha avuto modo di stringere la mano al primo ministro canadese, Justin Trudeau, al premier del Quebec, Philippe Cuillard, e al responsabile della  campagna elettorale di Hillary Clinton. Ha poi incontrato  la ministra canadese alle Pari Opportunità, ha fatto un salto  all’Istituto di Cultura di Toronto, visto che un po’ di cultura fa sempre effetto. Tutta questa trasferta sarebbe avvenuta con l’avallo dell’ambasciata italiana. Un particolare rivela che il viaggio aveva ben poco di istituzionale, il divieto di ingresso ai giornalisti e l’assenza di un resoconto ufficiale e di conferenze stampa, che invano cercheremmo sui siti. Si è mai visto un viaggio “istituzionale” di cui noon esiste alcun resoconto?  La questione è che quel servizio fotografico da mille euro, secondo il Fatto, non era incluso nel preventivo autorizzato dal segretario generale (e fedelissimo di Boschi) Paolo Aquilanti. Non solo. Ben strana missione quella di Maria Elena Boschi, pagata con soldi pubblici per missioni molto private. Senza rinunciare alla vanità e a un servizio fotografico che la inchioda.

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