Pensioni, Capone (Ugl): il sistema Fornero? Una trappola senza fine. Per giovani e non

7 Ott 2017 12:31 - di Redazione

Il sistema pensionistico firmato Fornero, con tutte le sue falle e le sue gravi inadempienze, continua a minare la serenità e le possibilità economiche di pensionati e pensionabili italiani, tanto da essere stato appena defintio dal segretario  generale del sindacato nazionale Ugl, Paolo Capone, una insidiosa «trappola senza fine».

Pensioni, Capone (Ugl): il sistema Fornero, trappola senza fine

«Non si può pensare di risanare l’economia del Paese gravando ulteriormente sul lavoro e sui pensionati. Bisogna dire ai signori di Banca d’Italia e ai magistrati della Corte dei Conti che siamo stanchi che si faccia sempre cassa sui diritti dei lavoratori», è tornato a denunciare Capone, commentando le ultime considerazioni sulla riforma delle pensioni. «È impensabile che una vera riforma previdenziale possa includere l’aumento dell’età pensionistica a 70 anni, con conseguente ricaduta sul blocco dell’occupazione per i giovani. È come il cane che si morde la coda, una trappola senza fine. Spetta solo al governo scegliere cosa sia socialmente giusto per il nostro Paese, più che politicamente corretto. È quindi necessario rivedere il sistema pensionistico italiano che è il più scarso d’Europa con il fine di tutelare i lavoratori e non renderli schiavi di un sistema», ha concluso Capone.

Un blocco in entrata e in uscita che penalizza giovani e non

Peraltro, oltre a tenere gli ultrasessantenni al lavoro, la legge Fornero, come ribadito appunto a più riprese dal segretario dell’Ugl Paolo Capone, continua a far crescere la disoccupazione giovanile, bloccando di fatto il turnover e la possibilità di assumere i tanti, tantissimi giovani ancora in cerca di occupazione nelle aziende; creando un ingorgo socio-economico tra i pensionabili – per i quali il miraggio della possibilità di adire ai requisiti pensionistici si allontana sempre di più – e i neo disoccupati che aumentano ad ogni revisione Istat tra i giovani, costretti alla disoccupazione dal continuo e progressivo allungamento dell’età dei lavoratori in servizio, a loro volta stremati dal vedere allontanarsi sempre più la la pensione ad ogni nuovo ricalcolo del parametro variabile dell’aspettativa di vita. Una mannaia che incombe ovviamente anche sulla testa di chi, a mezza età, si ritrova disoccupato come e quanto i giovani e giovanissimi, e contestualmente sempre più lontano dalla possibilità di andare in pensione.  

 

 

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