Malato di Sla: senza l’assistente sessuale negato il diritto al piacere

17 Ott 2017 16:50 - di Redazione

Dal 2010 quotidianamente il suo fisico fronteggia la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) ma nonostante la malattia Marco Pedde, 49enne di Nuoro, si è mantenuto attivo finché ha potuto e ora denuncia un diritto negato alle persone nelle sue condizioni: quello alla sessualità.  “In Italia – spiega Marco Pedde all’Ansa – nonostante la convenzione dell’Onu per i diritti dei disabili alla sessualità, di cui il nostro Paese è firmatario, la legge non è stata ancora applicata”. “In Italia a differenza di altri Paesi questo è un argomento tabù. Per me non lo è: ne parlo con le mie amiche, con le mie sei sorelle, con la mia anziana madre, con mio figlio di 12 anni, tutti appoggiano la mia battaglia. Il bisogno sessuale – argomenta Marco – deve essere messo alla stregua di qualsiasi altro bisogno per un disabile. Poter accedere al ‘piacere’ fa bene alla mente, ma è indispensabile la figura dell’assistente sessuale: la sessualità non deve essere circoscritta alle mere attività sessuali, ma include l’erotismo, la sensualità e la dimensione affettiva che comporta l’esperienza del contatto fisico. In Italia ci sono persone formate per questo, ma le Asl non assumono le professioniste – racconta ancora – Altri malati come me stanno facendo la battaglia e lo facciamo anche per tutte quelle persone che per motivi diversi non sollevano la voce ma sentono l’esigenza di vedersi riconosciuto questo diritto”.

 

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