L’Isis sui barconi, ora il governo se ne accorge. Gasparri: bloccare gli ingressi

19 Ott 2017 18:30 - di Antonio Pannullo

“Dopo la caduta di Raqqa, i jihadisti potrebbero scappare sui barconi dei migranti” per giungere in Europa. È quanto dice il ministro gegli Interni Marco Minniti in un’intervista a La Stampa nel giorno in cui si apre il G7 dei ministri dell’Interno a Ischia sotto la presidenza italiana. L’Islamic State, a giudizio di Minniti, “ha subito un drammatico rovescio militare ma non è sconfitto, non ancora. Con la liberazione di Raqqa non viene meno la sua capacità di attività terroristica e la sua irriducibile sfida alle democrazie e al mondo intero”. “Prima del collasso territoriale di Islamic State – spiega il ministro – era difficile che utilizzassero i flussi migratori per infiltrare delle cellule per un attentato terroristico; non vai a rischiare che un tuo asset prezioso, una cellula di combattenti addestrati, finisca su un barcone che affonda in mezzo al Mediterraneo. Ma adesso è diverso, c’è un cambiamento importante. Adesso stanno scappando, sono in rotta e c’è la fuga individuale. Una diaspora che può certamente utilizzare anche le rotte aperte del traffico di esseri umani”. Sul ritorno dei foreign fighters si parlerà al G7, dice Minniti ricordando che “uno degli elementi fondamentali di Islamic State era la capacità di contare sulla più grande legione straniera che sia mai stata messa in piedi in era moderna. Parliamo di 25-30 mila combattenti provenienti da 100 Paesi del mondo. Una parte di questi è sicuramente morta, non abbiamo più a che fare con quei numeri. Ma una parte tenterà di tornare a casa”. “In questi mesi – aggiunge Minniti – abbiamo sempre detto a tutti che il confine meridionale della Libia è il confine Sud dell’Europa, è da lì che possono passare questi foreign fighters di ritorno dai campi di battaglia in Siria e Iraq. È un tema cruciale, ma siamo ottimisti sul fatto che ora le nostre parole abbiano fatto breccia. Il controllo comincia a funzionare, in Italia abbiamo un meno 25% di arrivi e dal confine meridionale della Libia siamo a meno 35%. C’è un rapporto che si sta consolidando con Ciad, Niger e Mali”. Anche di questo si parlerà al vertice, “perché l’obiettivo di tutti è che non ci siano in Africa settentrionale dei safe havens, dei santuari per i terroristi”. “Lavoriamo a più livelli e iniziano ad ascoltarci, non a caso il testimone del G7 sarà ripreso a novembre a Berna con la riunione del gruppo di contatto Ue- Nord Africa”, conclude il responsabile del Viminale. “Grande gioia per la vittoria sullo stato islamico, ma ora bisogna vigilare sulla diaspora dei terroristi. Il ministro Minniti dice che questa fuga può certamente utilizzare anche le rotte aperte del traffico di esseri umani. Proprio come temiamo e diciamo da tempo. È quindi essenziale bloccare ogni flusso e ogni ingresso, non solo dalla Libia, ma anche da Tunisia e Algeria”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (Fi). “Si impongono – aggiunge – lo scambio di dati e notizie tra intelligence e polizie di tutto l’Occidente, una forte collaborazione con la Russia (altro che sanzioni!), il trattenimento preventivo e prolungato di tutte le persone più che sospette e già individuate. Siamo stanchi di apprendere che ogni attentatore islamico era ben noto alle polizie. Serve una Guantanamo europea. Il resto – conclude – è resa e impotenza. A Ischia i ministri decidano cose concrete”.

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