Islam e speculazioni “edili”: l’emiro del Qatar finanzierà 33 moschee in Italia. Business o religione?

13 Ott 2017 12:15 - di Ginevra Sorrentino
moschea sesto fiorentino

Una proliferazione di moschee sparse qua e là a macchia d’olio sul territorio nazionale: un’operazione mirata a diffondere, in maniera capillare, nuovi centri di culto islamico: 33 per l’esattezza. Un modo pratico ed efficace per trapiantare il credo coranico e radicarlo nel Belpaese. Come se i flussi migratori ininterrottamente in corso non lo avessero fatto già abbastanza…

L’emiro del Qatar vuole aprire 33 moschee in Italia

Certo adesso molte comunità islamiche si radunano in luoghi abusivamente adibiti a moschee, una realtà acclarata nonostante le proteste di interi quartieri a Roma come a Milano. Per tutta una serie di ragioni che non occorre certo ricostruire, allora, come si apprende da diversi media e dal sito di Brescia Today in particolare – che proprio nelle ultime ore, nella sua edizione online, postava un esaustivo servizio a riguardo, emblematicamente intitolato non per niente Il principe del Qatar punta sull’Italia: 33 moschee in arrivo – è in procinto di essere avviato concretamente un progetto del Qatar e dell’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche che punta ad aprire 33 nuovi centri islamici in tutta Italia. «Primo taglio del nastro a Piacenza. E a Brescia si punta alle Torri». Dunque, in barba a piani regolatori e edilizia popolare, con buona pace della povera Peppina, indotta al digiuno da una burocrazia cieca alla ragione e sorda a qualunque tipo di richiamo morale, come riporta Today, il cugino del principe del Qatar Hamad Ben Salman Althani, «martedì era a Brescia per parlare di affari. Affari veri, in collaborazione con l’Ucoii, l’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia», delegato «agli investimenti sui centri islamici europei. In “ballo” c’è un progetto per 33 nuovi centri islamici italiani, e anche a Brescia». E così, tra lampi di genio e motivazioni interculturali, sinergie giuridico-architettoniche e edilizia, guarda caso tra le varie ipotesi al vaglio ci sarebbe anche quella di riciclare il Centro Fiera e riadattarlo come moschea: ma solo il venerdì o, in seconda istanza, propongono gli affaristi al lavoro sul progetto di colonizzazione religioso-urbanistico, si potrebbe addirittura – almeno secondo quanto riporta il Brescia oggi ­­- «riconvertire il centro pluridirezionale delle Tre Torri di Via Labirinto». O anche solo una delle tre eventualità proposte

L’edilizia finanziata dal Qatar a favore dell’Islam ( e del profitto)?

Intanto, come documentavano i siti sopra citati, «proprio nella moschea di Via Labirinto, quella che un tempo era una cascina, i dirigenti dell’Ucoii e gli affaristi del Qatar si sono incontrati davvero»: e del resto sul tavolo per la realizzazione del munifico progetto potrebbero arrivare oltre 25 milioni di euro. Un aperitivo di tutto rispetto che preannuncia ben più pantagruelici banchetti, e che non ha mancato di ingolosire i vari amministratori locali che dovrebbero venire coinvolti nel progetto. Un progetto anticipato dalla presenza dello sceicco del Qatar Hamad Bin Nasser Al Thani, segretario del consiglio dei ministri, che nei giorni è stato a Piacenza per inaugurare il nuovo centro islamico, facendo fiutare ai presenti l’odore di un mega business che potrebbe mettere d’accordo, sempre secondo Brescia Today, «sia la comunità religiosa piacentina, che le autorità e imprenditori locali, presenti al taglio del nastro e pronti ad applaudire alle iniziative del ricco islam “moderato”, dove la parola d’ordine accanto a quella “religione” sembra essere “profitto”. O quanto meno sia il rispetto dell’una, che l’ossequio dell’altro.

 

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