Il tetano fa ancora paura: ogni anno 20 morti. L’Iss: a rischio le donne anziane

18 Ott 2017 17:41 - di Redazione

Sono circa 60 casi di tetano ogni anno in Italia, con 20 morti. Il dato arriva dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che ha realizzato un’analisi dell’impatto epidemiologico delle patologie per le quali il decreto ha reso obbligatorie le vaccinazioni. «Si tratta di una malattia grave, ad alta letalità, parliamo di circa un terzo dei casi, molto rara fra i bambini. Dal 2001 al 2010 nel nostro Paese si erano registrati solo due casi fra under 14», ha ricorda Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss.

Minori a basso rischio per effetto dei vaccini

A giugno la notizia di un bambino di 10 anni in vacanza in Sardegna, a cui è stato diagnosticato il tetano, mentre ora c’è il caso della bimba a Torino, la cui diagnosi è stata confermata dai medici. «Numeri così piccoli – ha proseguito Rezza – possono essere legati al caso, ma con il tetano se si abbassano le coperture, a rischiare è chi non è vaccinato. I casi sono rari nei bambini proprio perché di solito sono sottoposti a vaccino e fanno i richiami. Anche chi è contro i vaccini di solito accetta l’antitetanica». Così in Italia l’80 per cento dei casi si registra in persone sopra i 64 anni, e per lo più donne, in area rurale. Gli uomini, invece, ne sono meno colpiti poiché vaccinati durante il servizio militare. «Nel caso del tetano – ha spiegato l’esperto – non c’è immunità di gregge: il vaccino conferisce una protezione individuale».

Il tetano è insidioso e difficile da curare 

A scatenare l’infezione, non contagiosa, è il batterio Clostridium tetaniun bacillo Gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno, ed è presente in natura sia in forma vegetativa sia sotto forma di spore. Il germe in forma vegetativa produce una tossina, la tetano spasmina, che è neurotossica e causa i sintomi clinici della malattia. «Si tratta di una tossina estremamente potente, tanto che la quantità letale per un uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo», ha sottolineato Rezza. Il batterio è normalmente presente nell’intestino degli animali e viene eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la polvere e la terra. «Le spore tetaniche – ha concluso il direttore dell’Iss – sono presenti nell’ambiente e quando una persona si ferisce, se la spora trova le condizioni ideali per svilupparsi, magari perché la ferita si sporca di terra, ecco che si manifesta una malattia molto pesante e insidiosa da curare, anche onerosa da un punto di vista economico».

 

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