Il sottosegretario Rossi affondato dalle “Iene”: «Rimetto la delega alla Difesa»

3 Ott 2017 17:58 - di Michele Pezza

Colpito e affondato dal servizio delle Iene sulla fittizia assunzione del figlio, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, già sottocapo di Stato maggiore dell’esercito, ha rimesso le deleghe. A darne notizia, lo stesso Rossi che, pare di capire, non si è dimesso dalla carica governativa. «Sono accuse infondate e lesive della mia persona – si legge in una nota a sua firma – quelle che mi sono state rivolte nel servizio della trasmissione televisiva Le Iene. Insinuazioni – denuncia Rossi – che infangano, ancora una volta, la mia reputazione».

Il figlio avrebbe un contratto fittizio con un deputato

In realtà, la storia raccontata dalle Iene parla del rampollo del sottosegretario parcheggiato come assistente presso un parlamentare dal quale è regolarmente retribuito sebbene i giorni di assenza dall’ufficio sovrabbondino rispetto a quelli di presenza. Il parlamentare in questione è il siciliano Mario Caruso, di Scelta Civica, che nello stesso tempo si avvale – aggratis, come dicono a Roma – del lavoro di una stagista. In una conversazione registrata dalla ragazza e poi da lei consegnata alle Iene, è lo stesso Caruso a spiegare l’arcano e a rivelare alla stagista che non può pagarla perché già passa uno stipendio al giovane Rossi, il quale però lavora presso il papà sottosegretario. Che ora si difende così: «Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera. Il documento, consultabile, conferma l’assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione».

Il caso sollevato dalle Iene

Una linea di difesa del tutto formale che cozza con il video di Caruso trasmesso dalle Iene e con le parole pronunciate dal figlio stesso che alla stagista giustifica le proprie assenza con l’impegno quotidiano nell’ufficio paterno. Rossi, come da prassi, ha annunciato di aver «dato mandato a uno studio legale al fine di tutelare l’immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse che mi sono state rivolte nelle opportune sedi legali». 

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