Il magistrato ai giornalisti: “Meglio non scrivere che i killer sono marocchini”

31 Ott 2017 16:50 - di Redazione

La nuova tendenza della magistratura? Catechizzare i giornalisti sui crimini degli immigrati. Prendete l’efferato caso di cronaca nera ha sconvolto Finale Emilia. Tre marocchini sono stati arrestati per avere seviziato e ucciso una donna di 79 anni che viveva da sola in casa. Tutto per un bottino di trenta euro in contanti. Ayoub Lamsid di 19 anni e i complici Hamza Driouch, 19 anni e Samir Rida (21) sono stati catturati dopo un mese di indagini dei carabinieri. Eppure nessuno si sarebbe immaginato che la conferenza stampa in cui si annunciava la cattura dei tre spietati assassini, si trasformasse in un’arringa del procuratore di Modena, Lucia Musti contro i giornalisti “xenofobi”.

Finale Emilia, delitto

La pensionata uccisa da tre giovani marocchini

“Sono ragazzi marocchini normali e integrati”

Come è stato scritto dal sito d’informazione Modena Today la dottoressa Musti ha insistito su un tema. «Si tratta di figli di famiglie provenienti dal Marocco, ma che sono pienamente inserite nel contesto socio-economico produttivo modenese». I tre giovani appartengono  «a famiglie regolari e normali. Sono ragazzi normali, avrebbero dovuto iniziare alla fine di ottobre un corso di formazione professionale. Quindi sono ragazzi che hanno studiato, potrebbero anche essere figli nostri».

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Il procuratore di Modena, Lucia Musti

“Non fate speculazioni, potevano essere nostri figli”

Quindi per la toga modenese non va fatta «nessuna speculazione su magrebini, su islamici, su persone irregolari, nessun tipo di speculazione perchè purtroppo le cronache sono ahimè ricche soprattutto in questo periodo di morti assurde e di aggressioni assurde, da parte di giovani figli nostri, cioè figli di italiani – ha aggiunto – Il fatto che si tratti di persone di nazionalità marocchina non ha alcuna particolare rilevanza, se non per indicare che provengono da uno stato diverso dal nostro».

Hanno ucciso a bottigliate una pensionata di 79 anni

I tre si sono introdotti in casa di Mirella Ansaloni, 79 anni, a mezzogiorno del 18 settembre. Uno dei tre era stato il vicino di casa dell’anziana. Proprio la confidenza è stata la chiave di volta per farsi aprire la porta. Alla base di tutto un tentativo di furto (30 euro e una collana da poche centinaia di euro) sfociato nel delitto.

 

 

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