Il fotografo delle star licenziato. L’accusa delle modelle: molestie

24 Ott 2017 13:35 - di Redazione

Anche il fotografo delle star è stato travolto dallo scandalo delle molestie sessuali. Le foto di Terry Richardson, non saranno più pubblicate sui più importanti magazine di moda come Vogue, Vanity Fair e GQ. Lo ha deciso la direzione di Condé Nast International, società che edita le famose riviste, a causa delle accuse di molestie sessuali che in passato sono state lanciate da numerose modelle contro l’artista newyorchese. Le denunce, si legge sul Corriere della Sera, sono state sempre respinte dal 52enne che nel corso della sua carriera ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi dell’industria della musica e della moda, tra cui Beyoncé, Lady Gaga, Marc Jacobs e Tom Ford.

La email

La notizia è stata diffusa dal quotidiano britannico Daily Telegraph che è venuto in possesso di una email interna nella quale James Woolhouse, vicepresidente del gruppo editoriale, disponeva che tutti i servizi con immagini di Richardson fossero «distrutti e sostituiti con altro materiale». «Vi voglio parlare di un problema importante – si legge nella email inviata allo staff – Condé Nast non vuole più lavorare con il fotografo Terry Richardson. Per favore confermatemi che questa policy sarà attivata immediatamente. Grazie per il vostro sostegno». In realtà, ricostruisce il Corriere, il contratto tra Condé Nest e Richardson era in discussione da mesi, ma il caso Weinstein ha fatto precipitare tutto e, domenica scorsa, un articolo apparso sul Sunday Times avrebbe spinto il gruppo editoriale a prendere la drastica decisione.

 La replica del fotografo

Pochi giorni prima, Richardson aveva scritto una lettera all’Huffington Post contestando le accuse di violenza sessuale: «Ho collaborato con donne adulte consenzienti che erano pienamente consapevoli della natura del lavoro e, come accade di regola, tutte hanno firmato la delibera. Non ho mai usato un’offerta di lavoro o minacce per costringere qualcuno a fare qualcosa che non volesse. Rispetto sempre quanti lavorano con me, riconoscendo loro libertà di scelta e accettando le loro decisioni».

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