Diminuiscono le denunce di usura: non sarà perchè già bastano le banche?

20 Ott 2017 13:11 - di Tano Canino

Le denunce di usura diminuiscono. Ma non sarà perchè bastano e avanzano le banche? E vabbene, la battuta è facile. Ma la verità è che non è per nulla certo che questa diminuzione di denunce per usura possa essere annoverata tra le buone notizie. Dovrebbe, ma non lo è. Come la realtà quotidiana si incarica di mostrarci. Realtà ben diversa, purtroppo, dai freddi dati snocciolati adesso dalla Polizia di Stato. Una realtà, quella italiana, che vede crescere di pari passo il bisogno di denaro e l’attività speculativa. Fatti che, guarda caso, hanno tanto a che fare col bubbone delle banche che invogliavano l’ignaro risparmiatore ad investire ad alto rischio. Perchè ormai da noi bisogna stare attenti non solo agli usurai che prestano denaro a strozzo, ma anche agli istituti di credito: soprattutto a quelli che propongono affari e investimenti a risparmiatori inesperti che così, dopo un po’, vedono sparire i risparmi di una vita. Una rete che per il cittadino comune somiglia ad un groviglio dal quale, se ci si imbatte, è difficile, se non impossibile uscire. Mentre la paura e l’insicurezza si impossessa di intere famiglie. Forse anche per questo i dati delle denunce sono in netto calo: nel primo trimestre di quest’anno quelle presentate contro i “cravattari” che agiscono sul territorio nazionale sono state “solo” 163. Vale a dire il 25 per cento in meno rispetto alle 218 dello stesso periodo dell’anno scorso. Un dato che stride con un business che, calcola l’Eurispes, raggiunge gli 82 miliardi di euro. No, non c’è da gioire per questi dati. C’è solo da riflettere. E da denunciare. Moltiplicare le denunce. Verso i cravattari criminali che si nascondono dietro sorrisi e buone maniere, certamente. Ma, anzitutto, verso uno Stato che pretende sino all’ultimo centesimo di tasse e che però non onora i suoi debiti e verso un sistema bancario che -come s’è visto-  fotte i cittadini come e più dell’usura.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *