Dieselgate, Le Monde: sospetti su Fca, forse ostacolò l’inchiesta francese

23 Ott 2017 13:34 - di Paolo Lami

L’ennesima “bomba” sul Dieselgate la lancia il prestigioso quotidiano francese Le Monde: “Fiat Chrysler sospettata di aver ostacolato l’inchiesta francese”, titola il giornale oggi sostenendo che il gruppo automobilistico italo-americano sarebbe «nel mirino di un’inchiesta giudiziaria non solo per truffa ma anche per aver ostacolato le inchieste delle autorità francesi. Il che – spiega il quotidiano d’Oltralpe – potrebbe aggravare la sua situazione».

Si tratta, secondo Le Monde, «di un nuovo capitolo nella vicenda del dieselgate scoppiato con lo “scandalo Volkswagen nel settembre del 2015». Per quanto riguarda la vicenda Fca, Le Monde rivela l’esistenza di una lettera, datata 17 ottobre, firmata dal giudice Fabienne Bernard, incaricata, insieme ad altri due colleghi, dell’informazione giudiziaria aperta il 15 marzo scorso per «truffa aggravata».

Questa lettera, scrive il quotidiano, «informa le parti dei loro diritti e dei capi di imputazione che riguardano il costruttore. Oltre ad aver ingannato gli acquirenti dei veicoli dei marchi Fiat, Alfa Romeo, Jeep e Lancia sulle caratteristiche dei veicoli e sui controlli effettuati», il gruppo industriale viene accusato «di aver ostacolato un’inchiesta».

L’inchiesta della Dgccr, la Direction Générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des Fraudes, rimprovera a Fca «di aver ostacolato un agente incaricato a constatare le infrazioni al codice dei consumi».

La lettera del giudice Bernard spiega che «questa reticenza a collaborare con le autorità francesi si è concretizzato “a Parigi e sul territorio nazionale, tra il 26 maggio 2016 e il 17 gennaio 2017” e ha ostacolato l’indagine di uno degli ispettori della Dgccrf, Sacha Davidson», che ha guidato la maggior parte delle indagini sul dieselgate in Francia.

Fca non è l’unica casa automobilistica nel mirino per «truffa aggravata» nel Dieselgate: i costruttori francesi Renault e Psa sono anche loro sospettati di «questa strategia fraudolenta» per quanto riguarda i loro motori. Volkswagen, l’unico gruppo ad aver «ammesso le manipolazioni, gode da maggio di uno status» di collaboratore.

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